Ho incontrato Goliarda Sapienza per caso, se il caso esiste. Senza che fosse programmato mi sono ritrovata a Gaeta, dove a lei è dedicata una piazza. Impossibile dimenticare questo nome così singolare. Qualche giorno dopo, con questo nome ancora fresco nella mente, sono andata in libreria. Una libreria di quelle grandi, a due piani, e ho vagato senza metà per seguire l’intuito che mi ha portata a fermarmi di colpo davanti a uno scaffale e a guardare in basso. “Lettera aperta” di Goliarda Sapienza era lì appoggiato. Aspettava me. Un’edizione Einaudi del 2017 dal profumo intenso.
Passare la serata passeggiando per le vie di Gaeta. Una via principale e poi una piazza con panchine a forma di libri aperti. Solo successivamente ho notato un busto sulla sinistra che rappresentava Goliarda Sapienza. Sul fondo della piazza una parete gialla e il lavoro di una scuola: un albero con frasi celebri. Le panchine a forma di libro mi hanno conquistata.
Virginia Woolf. Somiglia alla scrittura di Virginia Woolf ma è meno descrittiva. Quello di Goliarda Sapienza è un flusso di coscienza spesso difficile da seguire. “Lettera aperta” è il primo libro di Goliarda Sapienza, scritto quando lei aveva superato i quarant’anni. Questo suo primo libro è ispirato al “Tristram Shandy” di Laurence Sterne, al quale l’autrice fa riferimento.
“Lettera aperta” è un torrente che scorre veloce, non sempre facile da comprendere. I pensieri sono frammentari, danno per scontata una conoscenza della vita di Goliardia Sapienza che il lettore potrebbe non avere. La postfazione di Angelo Pellegrino spiega in maniera più dettagliata molti riferimenti della scrittrice, riferimenti spesso appena accennati. Come lui stesso afferma, il lettore vuole conoscere Goliardia Sapienza, e lui non ha esaurito tutte le domande del lettore. Per conoscerla davvero, bisogna leggere le sue opere, quelle in cui sono sicura sia nascosta lei.
Penso di leggere altri suoi libri, forse tutti. Più che la curiosità di sapere cosa abbia scritto, sono curiosa di conoscere la persona che li ha scritti. Sono tornata nella stessa libreria dove l’avevo incontrata tra i suoi libri, con “Lettera aperta” in prima fila. Ma non c’era più. Forse non è questo il momento per proseguire la lettura, però confido che arriverà.