“Once more upon a time – C’era una volta ancora” (Fanucci editore, 2023) di Roshani Chokshi è stata una piacevole scoperta. Io che amo le favole in ogni loro forma e colore sono stata subito attratta da questo volume.
Questa è la storia dell’amore tra la principessa Imelda e il principe Ambrose. Come nelle migliori fiabe, eccoli innamorarsi al primo sguardo. Fiaba vuole che successivamente il loro amore “scompaia”. Ma l’amore è davvero qualcosa che appare e scompare? In fondo, chi legge fiabe e favole lo sa, nessuna magia può far innamorare o disinnamorare nessuno.
Nelle fiabe ci si innamora al primo sguardo. Ma quando questo amore a prima vista viene dimenticato dai due protagonisti innamorati, viene sostituito da un innamoramento reale, che cresce con loro momento dopo momento passato insieme. E si finisce per amare pregi e difetti di una persona. Mi chiedo: ci si innamora all’istante? Può succedere. In altri casi, non ci si accorge subito l’uno dell’altra e ci si innamora gradualmente. Ma l’amore è sempre lì ad aspettare di essere scoperto o riconosciuto o ancora accettato.
A questo punto ci sarebbe da fare un’ulteriore precisazione. L’amore può essere nascosto, ignorato ma mai dimenticato. Ed è questo che accade ai due protagonisti. Domenicano di essersi innamorati ma si innamorano di nuovo, perché quel sentimento era sempre lì ad aspettarli. Non si può cancellare l’amore, nemmeno nelle fiabe. Imelda e Ambrose potevano decidere di ignorarlo, dimenticarlo e riscoprirlo, decidere di metterlo da parte per fare altro, ma sarebbe stato sempre lì. Lì da qualche parte nei loro cuori.
Questa favola scritta in epoca contemporanea e ambientata in un mondo senza tempo tiene il lettore incollato alle pagine. Quale lettore? Immagino un lettore adulto o almeno adolescente. Ci sono infatti riferimenti all’attrazione fisica tra i due protagonisti. Però il libro è scritto a caratteri più grandi di quelli che si trovano di solito nei libri per adulti, come a indicare che sia una fiaba per bambini che stanno imparando a leggere. Ma non lo è.
Non mancano i riferimenti alle fiabe. Troverete infatti allusioni alla storia di Biancaneve e a quella della bella addormentata nel bosco. Chi mi conosce sa che la mia fiaba preferita è quella della bella e la bestia, perché esorta a guardare dentro le persone e a non fermarsi all’apparenza. Perché quello che conta è ciò che abbiamo dentro, nel cuore. In una delle avventure vissute da Imelda e Ambrose, troverete un vago e lontano accenno alla mia fiaba preferita. Imelda dovrà infatti guardare oltre le apparenze.
Questo libro mi ha ricordato “La principessa che credeva nelle favole”. Non una fiaba ma un percorso umano interiore. Anche “Once more upon a time” può essere considerato un percorso. Ambrose vuole un suo regno, Imelda la libertà. Ma l’amore potrebbe davvero tarpare a questi due giovani le ali e impedire che facciano la loro strada nella vita? L’amore sarebbe una limitazione? Impedirebbe ai due protagonisti di realizzarsi? L’amore è controllo? È limitazione? O è libertà?
Volevo leggere un libro di fiabe per passare il tempo. Invece, mi sono ritrovata a riflettere su cosa sia l’amore nella realtà, pur stando immersa in un regno lontano tra magia, pozioni e castelli.
Perché, in fondo, vivere felici e contenti non è possibile, nemmeno in una fiaba, qualche piccolo intoppo si incontra sempre, è nelle trame della vita e nelle storie scritte su carta. Ci vuole altro per vivere nel modo migliore e l’autrice ce lo indica, lasciandolo impresso con l’inchiostro nelle ultime righe del libro.