Pensieri su… “Circe”

“Circe” (Marsilio Editori, 2021) di Madeline Miller, è una storia che tiene compagnia in ogni pagina e svela piano piano un personaggio che tutti conoscono in maniera superficiale: Circe. In genere si ricorda Circe per la parte della sua vita che si intreccia con quella di Odisseo o, se preferite, Ulisse. Esistono però un prima e un dopo, una nascita, un esilio e tanti altri momenti di vita durati centinaia di anni.

Una studentessa a scuola mi aveva consigliato il libro “La canzone di Achille” di Madeline Miller. Qualche giorno dopo, eccomi nella libreria che frequento più spesso proprio davanti ai libri della Miller. Magari prima o poi mi deciderò a leggere il libro che mi ha consigliato quella studentessa, ma quel giorno la mia scelta è caduta su “Circe”. Un personaggio che mi ha sempre incuriosita, forse perché non ho mai creduto che fosse un personaggio negativo. Era solo una donna che doveva difendersi e una semidea.

Questo libro interessante, profondo e leggero svela nel dettaglio la vita di quella che viene di solito definita come la maga Circe. Maga ma non solo, Circe era prim di tutto un donna che chiedeva soltanto di poter amare e di essere amata. Figlia del dio Elios e della ninfa Perseide, Circe ha una voce da mortale sgradita agli dei. Lei non si comporta come le altre ninfe, non le basta saltellare qua e là, cambiando con disinvoltura compagno. Vuole di più.

Lei è di diversa dalle ninfe, dagli dei e dai semidei che hai intorno, è diversa anche dai suoi stessi fratelli. In primo luogo, ha una certa attitudine per le arti magiche; e poi si dimostra interessata ai mortali e si lega a loro. L’unica cosa che la turba è il fatto che gli esseri umani non siano immortali come lei. E questo è un problema quando ci si innamora di un mortale. Se ve lo state chiedendo, no, non mi riferisco Ulisse. Ovviamente apparirà nella storia anche l’eroe bello di fama e di sventura, però non sarà il grande amore della nostra protagonista. Ma non voglio anticiparvi niente. Ci sarà modo invece di conoscere più da vicino sua moglie Penelope e suo figlio Telemaco. Due personaggi che avranno un grosso peso nella vita di Circe.

Circe incontra Prometeo, viene esiliata sull’isola di Eea, dimostra di amare gli animali e usa le arti magiche per difendersi dagli uomini che finiscono per approdare sulla sua isola. Essendo immortale lei di cose ne ha viste proprio tante. È stata testimone di molti fatti, ha visto generazioni di umani succedersi, vivendo quasi con tristezza la propria immortalità. Lei che, al contrario dei suoi simili immortali, aveva sempre dimostrato di avere un cuore.

Almeno, questa è la ricostruzione che ne fa la Miller e a me è piaciuta molto. Mi sono affezionata alla sua Circe. Un po’ come Gulliver, anche lei non si ritrova nel mondo in cui è costretta a vivere. Gulliver, però, non ha scelta, alla fine deve tornare tra gli umani. Circe, invece, non si ritrova tra gli immortali. E poi, vi invito a leggere cosa sceglierà di fare. Leggendo questo libro non ho potuto non tifare per lei, non augurarle il meglio. Anche Circe ha commesso i suoi errori ma si è sempre presa le proprie responsabilità.

Ho letto questo libro in un momento di difficile della mia vita e mi sono rivista molto in questo personaggio, che comunque alla fine trova la sua strada.

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