Driiiiin! Si torna a scuola! Tutti pronti? Ormai lo sapete, sono una giornalista ma anche un’insegnante. Settembre per me rappresenta il momento di tornare a scuola, però dall’altra parte della cattedra. Era più divertente guardare la cattedra dal lato opposto. Mi sentirò sempre più studentessa che insegnante. Primo, perché non si finisce mai di imparare; secondo, perché sono sempre dalla parte dei ragazzi e cerco di capirli, di immedesimarmi nella loro situazione. Capiamoci: essere dalla loro parte non vuol dire non fare niente in classe. “Oggi siamo stanchi, vediamo un film?” è la frase di rito per convincerti a non fare niente. Sono dalla loro parte perché voglio che capiscano quello che gli spiego e che lo imparino veramente, non a memoria; e sono sempre lì per ripetere le cose, aiutarli, ascoltare i loro problemi e prendermi i loro rimproveri quando mi dicono che nel programma ci sono troppe cose. Non esiste “non ci riesco”, esiste “ti aiuto a riuscirci”.
Quest’anno sarà un anno particolare. Marzo 2020 ci ha visti tutti restare a casa, insegnanti e studenti. Ed è cominciata la Dad – Didattica a distanza. Non è stato facile, era una novità per tutti. All’inizio non sapevamo cosa dovessimo fare. Sembrava che il mondo fosse caduto in un buco nero, che il tempo si fosse fermato. Poi la luce: i programmi da scaricare tramite pc o smartphone per entrare in un’aula virtuale e riprendere le lezioni.
Un periodo incredibile in cui ho lavorato tanto. Preparavo le mie lezioni, aggiornavo il registro di classe, facevo video lezioni, davo i compiti e li correggevo attraverso un’applicazione per lo smartphone. Sembra niente ma era un lavorone. Anche i compiti in classe si facevano tramite un’app del telefono. Molto comodo.
Però mancava qualcosa: il rapporto umano. Vedersi attraverso uno schermo non è come essere lì di persona. Potrà sembrare strano ma i ragazzi erano più presenti a scuola che alle lezioni virtuali. Anche se, in realtà, è più facile e veloce aprire una semplice applicazione e ascoltare l’insegnante. Molti studenti si sono persi nel passaggio tra realtà e mondo virtuale, come se lo equiparassero a una specie di gioco o a qualcosa di inutile. Invece erano le stesse lezioni che avrei fatto in presenza. Ovviamente, questa è soltanto la mia esperienza.
Mi chiedo adesso cosa succederà. Si torna tutti a scuola. A scuola con i banchi singoli e le rotelle. A scuola restando a distanza. A scuola con le mascherine e i guanti. A scuola con l’igienizzante per le mani. O prima o poi dovremo tornare a una scuola virtuale? Una scuola attraverso dei dispositivi elettronici. Una scuola che ha tutta la dignità di quella in presenza, a patto che i ragazzi lo capiscano. La mia speranza è che vada tutto per il meglio. Ovvio. Comunque gli studenti faranno battute e rideranno sia dal vivo che attraverso uno schermo. Certe cose non cambiano mai.