Ecco la storia della bella Katherina, una donna dalla lingua tagliente, e di Petruccio, che decide di sposarla per la ricca dote senza averla mai vista. Si innamoreranno davvero? Shakespeare non lo specifica ma io credo di sì.
Un libro che merita veramente di essere letto, immaginando che sia recitato, e soprattutto una commedia teatrale che merita di essere vista. Ho letto “La bisbetica domata” (Feltrinelli 2019) nella traduzione di Iolanda Plescia, con un’introduzione di Nadia Fusini, testo originale a fronte, ed è un’edizione che davvero merita. Le note alla fine del testo, l’introduzione e il commento finale di Iolanda Plescia permetteranno al lettore di comprendere appieno l’opera e il contesto storico in cui è stata scritta.
Per chi volesse ulteriormente approfondire il testo, consiglio l’edizione Arden Shakespeare di “The Taming of the Shrew” di Barbara Hodgdon. Le numerose note e i vari contenuti permetteranno al lettore di approfondire ulteriormente la conoscenza di quest’opera. Il testo in questo caso è interamente in inglese.
Una piccola parentesi va aperta sulla parola “shrew”, che significa “toporagno” o “bisbetica”. Questo animale era considerato in maniera molto negativa. Prima di Shakespeare, il termine “shrew” poteva essere riferito sia a un uomo che a una donna; poi soltanto alle donne. Ma all’epoca di Shakespeare sicuramente gli spettatori ne ricordavano la doppia valenza. Mentre il titolo originale è “The Taming of the Shrew”, con un verbo che sottolinea il processo di addomesticamento, la traduzione comune “La bisbetica domata” si riferisce a un fatto compiuto. Ma Katherina è davvero stata domata? E se fosse stato Petruccio a essere domato, a dover capire il carattere di Katherina e smettere di aver paura di una donna che pensa? È solo una delle possibili interpretazioni dell’opera. Un’opera che potrebbe sembrare semplice ma che in realtà non lo è.
Al centro della vicenda si trovano Katherina e Petruccio. Petruccio decide di dedicarle appellativi gentili, sapendo in anticipo che lei non lo è affatto. La ragazza, infatti, gli dà addirittura uno schiaffo. Ma Petruccio ha pazienza e vuole per forza sposarla. Il primo e unico incontro tra i due prima del patrimonio è determinante. Sta agli attori andare oltre il testo scritto e far capire che si sono innamorati. Katherina, infatti, si sposerà solo se lo vorrà, come spiega suo padre. È lei, dopo il primo incontro con Petruccio, non si oppone.
Ma poi le cose cambiano. Petruccio diventa “bisbetico”, irriverente, irrispettoso, come se fosse lo specchio di Katherina prima di incontrarlo. È lei è diventata dolce e comprensiva.
Del matrimonio gli spettatori sentono solo parlare, con Petruccio vestito da straccione, perché Katherina deve amarlo per quello che è, non per come è vestito. Petruccio vuole domarla e la lascia senza mangiare, impedendole di dormire, come si usava nella falconeria con i falchi.
Le conclusioni, come sempre nelle opere di Shakespeare, sono lasciate allo spettatore. I due si sono davvero innamorati? Forse il loro è solo un gioco e Katherina ha capito che il suo comportamento intransigente era controproducente. Oppure è stata davvero “domata” ed è sottomessa a un uomo che la tiranneggia. O ancora, finge di essere sottomessa ma sotto sotto è la stessa “bisbetica” di prima.
Io sono propensa a credere alla prima ipotesi. A mio avviso, da quel primo incontro i due si sono davvero innamorati. Però Petruccio ha paura che Katherina resti una persona dal brutto carattere e quindi le mostra cosa si prova quando qualcuno si comporta come lei. I due se ne vanno via insieme, e non si sa cosa accadrà poi. Petruccio sarà ancora “caterinizzato”, cioè si comporterà ancora come Katherina? Io credo di no, penso invece che smetterà di comportarsi così, come ha già smesso Katherina. E vissero tutti felici e contenti.