“Il viaggio trasparente” (Tapirulan – Tapirumé 2017) di Rita Salvadori è un libro difficile da raccontare: la trama sconfina dentro e fuori dal libro, coinvolgendo il protagonista in prima persona nella storia di carta contenuta in un quaderno. Un quaderno molto speciale che gli è stato donato da Aurora, una donna che incontra sul treno e che glielo affida. E la storia di carta diventa una realtà parallela che si sta svolgendo proprio mentre lui legge ed è in dovere di aiutare Anita, viaggiatrice sul treno trasparente.
Un libro a colori nel vero senso della parola: a seconda del personaggio che parla, il testo ha un diverso colore (rosso, blu, verde o nero). Non avevo mai letto un libro a colori.
Mi ha colpita molto l’uso continuo della parola “antico”. Come se questa storia venisse davvero da un passato lontano che fa parte del nostro presente.
È un viaggio su un treno reale e su un treno trasparente in un’altra dimensione, tra fermate in questo mondo e fermate che portano in posti che non esistono per la nostra percezione. Il treno trasparente ha scompartimenti speciali per chi lo prende e fermate inaspettate in posti bellissimi o pericolosi. È un viaggio in un mondo parallelo per superare le proprie paure, trovare sollievo e risposta alle nostre domande. Su quel treno si viaggia da soli. E a un certo punto della vita si sente la necessità di salirci…
Un libro surreale che non tiene i piedi per terra neanche per un attimo, nemmeno quando la storia comincia su un treno vero, uno dei tanti che sono nelle nostre città. Perché da subito la situazione sembra strana: una donna e un uomo si incontrano in un vagone del treno e lei gli affida il suo quaderno, che sarà la sua àncora di salvezza durante il viaggio al di fuori dal mondo conosciuto.
Una storia davvero particolare. Mi sono chiesta: se salissi sul treno trasparente, chi sarebbe il mio antagonista e riuscirei a batterlo da sola? E cosa ci sarebbe per me nei vagoni? Chi mi aspetterebbe? E dopo dove andrei?