Prima di tutto ringrazio l’editore Astoria per avermi regalato “L’imprevedibile destino di Emily Fox-Seton” di Frances Hodgson Burnett. È un piccolo tesoro che consiglio a tutti di leggere: scorrevole, drammatico, intenso, realistico. Bello. Pubblicato per la prima volta nel 1901, è uscito quest’anno edito da Astoria.
Mi sono ritrovata a leggere questo libro in contemporanea con l’ultimo racconto della raccolta “La lacrima nel sigillo e altri racconti” di Henry James. Proprio in quel racconto la protagonista, Sylvia, si sente come la giovane di “La bella e la bestia”. È in una casa meravigliosa piena di cose preziose con un uomo ricco e barbuto che quasi non conosce. Nel romanzo della Burnett, Emily guarda la sua nuova è immensa casa come se fosse il castello della Bella Addormentata. Due riferimenti alle favole in due storie diverse. Ma il dato comune è che le donne protagoniste sposano un uomo più grande e ricchissimo che si prenderà cura di loro per la vita. Sylvia era di buona famiglia ma aveva perso tutto; Belle non era ricca e trova la sua fortuna. La Bella Addormentata sposa un principe, essendo una principessa; Emily era di nobili origini ma caduta in disgrazia. In ogni favola la protagonista, che sia una principessa o che sia povera, trova sempre un principe ricco che le donerà tutto, a cominciare dal castello. E così le favole entrano nella letteratura d’autore e racconti e romanzi le citano.
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Parlando in particolare di questo libro, devo ammettere che la Burnett non si smentisce mai! Protagonista assoluta è Emily Fox-Seton: povera ma bella nel suo genere, alta e con bei capelli scuri. Emily fa i salti mortali per sopravvivere e non chiede niente a nessuno. Ma un giorno la sua vita cambia: inaspettatamente un marchese sceglie lei come moglie! Le pretendenti erano bellissime fanciulle ma Emily ha il fascino di una donna di 34 anni e dimostra una grande abnegazione nel lavoro. Il marchese sceglie lei. E comincia così la seconda parte del libro. Emily si sposa e diventa Lady Walderhurst. Va a vivere in un’elegante dimora di campagna. Ma comincia a farle pena l’uomo che sarebbe stato erede della fortuna di Lord Walderhust se lui non si fosse sposato: Alex Osborn. Emily prova pena per lui e per sua moglie Hester, per metà inglese e per metà indiana, che non versano in buone condizioni economiche e vengono dall’India. Li invita in un cottage poco distante dalla sua villa. Lord Walderhurst non li sopporta e, accettando un impegno di rappresentanza, parte per l’India. Hester Osborn rimane incinta ed Emily invita i due nella sua casa. E scopre di essere incinta anche lei. Intanto, strane cose cominciano ad accadere… Incidenti che potrebbero portarla alla morte! Ma Emily sospetta che siano stati provocati dai suoi ospiti, in particolare da una nativa indiana che assiste Hester. Decide di chiedere al marito di tornare ma lui è malato in India. Allora Emily scappa da casa sua e si rifugia a Londra. Lì fa nascere suo figlio, aiutata da Jane Cupp, la sua fedele assistente, e da sua madre: due donne che facevano parte della vita di Emily anche quando era povera. Ma quando Lord Walderhurst riesce finalmente a tornare, trova Emily in fin di vita e con un bambino nella culla. Riesce a farla svegliare da un profondo sonno pronunciando incessantemente il suo nome. Intanto gli Osborn hanno avuto una bambina e sono tornati in India, dove Alex muore per uno strano incidente: si spara per errore con un fucile che credeva scarico. Emily fa tornare Hester a vivere vicino a lei, insieme a Lord Walderhurst e ai suoi due bambini. Alla fine del libro, Hester confessa a Emily di sospettare della sua serva nativa: forse quello di suo marito non era stato un incidente. Perché, da quello che si evince nel libro, i nativi fanno così: fanno passare per incidenti fatti che sono loro a provocare. Inquietante.
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Un romanzo che poteva essere piatto e scialbo, con la penna della Burnett diventa interessante, pieno di risvolti e considerazioni. I personaggi sono tutti ben tratteggiati e non si può non amare Emily. Una donna semplice che sa cosa significhi essere indigente. Emily non è perfetta e proprio questo la rende in qualche modo vera. Aiuta tutti ed è capace di provare affetto sincero verso gli altri. Anche quando era povera non invidiava i ricchi; anzi, lavorava per loro con dedizione. Diventata ricca, non ha dimenticato i suoi amici e ha aiutato chi aveva bisogno. Un esempio per tutti. Un libro assolutamente da leggere.