Una giornata frenetica. Corri di qua, corri di là. E poi mi ritrovo in una sala d’attesa. Seduta accanto a me una suora vestita di bianco, non le ho chiesto a quale ordine appartenesse. È indiana, mi dice; la pelle ambrata e i capelli brizzolati. E comincia a parlare in italiano. Ha viaggiato molto, starà in Italia per qualche anno e poi chissà… Dei posti che ha visitato le è piaciuto molto il Messico. Lì mangiano molte cose che si trovano anche in India e cibo piccante, come si usa in India. Ma, soprattutto, in Messico non c’è fretta. Dal suo punto di vista, il Messico è il Paese in netta contrapposizione all’Italia, dove tutti vanno sempre di corsa e non si possono perdere nemmeno cinque minuti! E chi ci rimette è il nostro fegato, diceva. Cinque minuti prima, cinque minuti dopo: non sempre fanno davvero la differenza. Forse dovremmo rallentare un po’. Prenderci quei cinque minuti che ci permettano di respirare. Quella suora diceva che stiamo sempre a correre per qualsiasi cosa, sempre lavoro, lavoro e poi? Cosa ci rimane? Ci rimettiamo in salute. Non l’avevo mai vista così. E mi sono trovata d’accordo con lei. Anche io stavo andando di fretta, già a pensare a cosa avrei dovuto fare dopo. Ma rischiavo di perdermi il momento: quel momento ferma e seduta, senza pensieri, ad ascoltare le sue parole. La vita passa, non si ferma mai, ma sta a noi darle il giusto ritmo. A volte dobbiamo correre a prendere il treno, perché siamo in ritardo; ma non serve correre in ogni situazione, in ogni momento. Guadagnare cinque minuti andando di corsa non sempre è un vero guadagno. E potremmo anche concederci cinque minuti di calma ogni tanto per riprendere fiato.