Quando i “mi piace” misurano la stima che hai di te

Foto, foto, foto e foto che ritraggono donne e uomini che in ogni modo cercano di essere belli… o, meglio, di dare il meglio davanti alla fotocamera del cellulare. Foto postate su Facebook. E poi l’attesa: “Quanti “mi piace” riceverò? Se sono tanti, mi apprezzano in tanti; se sono pochi, forse devo dimagrire qualche chilo o truccarmi meglio… L’avevo detto che quello non è il mio lato migliore!”. Forse dovremmo renderci conto del fatto che i “mi piace” vengono spesso dettati dall’amicizia, dall’amore, dall’affetto e non solo. Si mette “mi piace”, perché tanti altri lo hanno messo, perché non vogliamo far sembrare che invidiamo qualcuno ignorandolo, perché ci capita per caso quella foto e clicchiamo, perché la foto ritrae un momento importante o magari perché davvero ci piace quella foto. E non si mette mi piace per altrettanti motivi: non ci piace la persona ritratta, lei/lui non mette mai “mi piace” alle nostre foto e quindi non lo facciamo neanche noi, o più semplicemente quella foto non ci piace. Ma la percezione della nostra bellezza, della nostra amicizia con qualcuno, del nostro valore o della stima che abbiamo per noi stessi non può dipendere da questo! Lo sapete quanti falsi mettono “mi piace” e poi parlano continuamente male di noi? E quanta gente vede tutte le foto dei nostri successi ma ci ignora volutamente per pura invidia? O quanti amici davvero non hanno visto la foto di un nostro momento importante? La falsità che regna in Facebook, mondo in cui si può dire “Io non l’avevo visto”, è disarmante; quello stesso regno in cui basta un “mi piace” per dimostrare l’amicizia!

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