Piazza virtuale

La libertà è un’utopia. Nessuno è veramente libero di fare quello che vuole e di essere pienamente se stesso. Probabilmente se fossimo davvero liberi, saremmo persone diverse da ciò che siamo ora, incatenati magari a una vita che non ci piace. Ma è anche vero che ci mettiamo pure del nostro… A volte ci incateniamo da soli a qualcuno o a qualcosa.

Gran parte della popolazione mondiale è ormai schiava di Facebook; scappando dagli obblighi del mondo reale è diventata schiava anche di quello virtuale. E forse il fatto di nasconderci nel web è anche un modo per sfuggire a una realtà che non ci entusiasma per molti aspetti, che magari ci dà frustrazioni e insoddisfazione. Così, come moderni struzzi, nascondiamo la testa… nel web! Ma scappare non serve a niente, perché il risultato è che siamo diventati schiavi anche della vita virtuale. Pensateci bene. Scappando dalla nostra vera vita che ci rende in qualche modo stressati e schiavi di qualcosa, eccoci catapultati in una realtà virtuale che ci rende altrettanto stressati e schiavi e che, anzi, spesso condiziona la vita reale stessa! Vi è mai capitato di sentirvi dire: “Non ti ho visto ieri in chat su Facebook, ma dov’eri?”. E la risposta di chi quella sera era uscito con gli amici potrebbe essere: “C’ero, c’ero, è che ho dimenticato di comparire on line…”. Insomma, ormai chi ha Facebook vive due vite parallele! Altro esempio: chiamate un’amica per farle gli auguri di compleanno. La sua risposta alla vostra telefonata però è: “Perché non mi hai fatto gli auguri anche su Facebook?”. Ormai esiste una sorta di Galateo di Facebook!

Rassegnatevi: oggi la vita virtuale (per chi ne ha una) e quella reale sono una il prolungamento dell’altra. E spesso ci si rimane male a causa di piccole incomprensioni via chat o magari perché vediamo scomparire il nostro “lui” nel bel mezzo di una conversazione, quando invece aveva solo un problema di linea. Oppure, al contrario, ci si nasconde dietro a un problema di linea per evitare un discorso scomodo. Ma la verità viene sempre a galla. La vita virtuale, Facebook in particolare, non può nascondere un nostro comportamento storto. Prima o poi qualcuno ci taggerà in una foto in discoteca, proprio la sera che avevamo detto alla nostra dolce metà che saremmo andati a letto presto! La vita virtuale è entrata in quella reale, non è separata nettamente come ci si potrebbe illudere che sia. Ormai è inutile nascondersi dietro a un falso profilo che presto o tardi verrà scoperto. Essere se stessi in ogni occasione, reale o virtuale, è sempre la migliore cosa. Insomma, se siamo insoddisfatti della nostra vita, è inutile crearsi un mondo virtuale che si ripercuoterà inevitabilmente nella nostra quotidianità fuori dal web. La piazza virtuale non ci nasconde. Dobbiamo vivere, nel vero senso della parola e nel migliore dei modi, non cercare scappatoie che comunque non porteranno a niente, tranne aggiungere confusione all’insoddisfazione.

Vita reale e vita virtuale vanno vissute con onestà. E non dimentichiamoci che i rapporti umani sono reali, anche quando vengono gestiti via chat. E soprattutto ricordiamoci che guardare negli occhi la persona che ci parla, non vale 1000 foto su Facebook.

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