Catastrofi. Momenti di disperazione vera o presunta. Ma andiamo con ordine.
C’è chi perde improvvisamente il lavoro, chi non l’ha mai trovato, chi è sempre stato precario e salta da un palo all’altro da tutta una vita. Qualcuno ha un lavoro fisso: un faro in mezzo alla nebbia. Ci sono padri di famiglia che non sanno se lavoreranno il giorno dopo e si addormentano con l’immagine dei propri figli negli occhi.
Insomma, senza lavoro non si mangia. E siccome tutti sono occupati a pensare alla propria sopravvivenza, nessuno ha più il tempo di guardarsi intorno e di aprirsi alla vita. Cominciare una storia d’amore, praticare un hobby o fare una vacanza sembrano spesso quasi utopie. O comunque portare avanti queste semplici cose non è facile come dovrebbe essere. La vita si è complicata per tutti. O almeno per molti.
Intanto in tv, sui giornali o magari alla radio sentiamo fatti stupidi sui quali ci fermiamo addirittura a riflettere! E stiamo lì a veder piangere i protagonisti dei reality, perché magari alla bella signorina sullo schermo manca il fidanzato. È così che i presunti problemi di personaggi lontani che sentiamo vicini prendono il posto dei nostri.
E poi finiamo per occuparci degli omicidi o, termine nuovo, dei femminicidi più famosi. Diventiamo giudici e avvocati. Ci preoccupiamo del dolore degli altri, ci sentiamo “giusti” e lontani da quell’orrore. Così, per un attimo, sembrano sparire i nostri guai.
Ma il nostro mondo non è quello che si vede in tv. Come si dice: a ognuno il suo.
La vita non è mai facile ma ci accompagna la speranza. E il richiamo della speranza è il sorriso: non neghiamocelo mai.