Il peggior male è l’indifferenza. E quando qualcuno ci tratta con indifferenza, scatta in noi il meccanismo dell’indecisione. Cosa fare?
Se qualcuno ignora i nostri messaggi e le nostre chiamate, i nostri tentativi di contatto al cellulare, a casa o sui social network, sappiamo istintivamente che ci sta palesemente ignorando. Oppure potrebbe essere successo qualcosa che gli impedisce di vedere che lo stiamo cercando. Ed è questa seconda ipotesi che ci fa attaccare al fatto che forse quella persona non ci sta ignorando ma semplicemente non può risponderci. È questo pensiero che ci spinge a contattarla, a provare, a sperare che prima o poi potrà sapere che l’abbiamo cercata e ci cercherà a sua volta, scusandosi per averci fatto soffrire. È una possibilità ma sappiamo anche che è una remota possibilità. Forse aveva perso il cellulare, forse dov’era non c’era connessione internet, forse è finita al pronto soccorso per due giorni, forse… O forse è solo che non vuole rispondere. Forse perché vuole troncare i rapporti, forse perché non ci ama più, forse perché si sente soddisfatta nel vederci soffrire per amore suo, forse…
La sua indifferenza porta comunque alla nostra indecisione: dovremmo credere che volutamente ci ignora o che lo faccia inconsapevolmente? Davvero non lo fa apposta oppure vogliamo crederlo per forza?
Avremmo voglia di avere dei superpoteri per vedere cosa sta facendo l’altra persona, mentre noi ci struggiamo. Forse sta cercando disperatamente di ritrovare il nostro numero scritto su un foglietto perduto o forse è seduta al bar e sta prendendo un caffè. La certezza sulle motivazioni che spingono l’oggetto del nostro desiderio a ignorarci, ci farebbe agire in un modo o nell’altro. Ma quando non c’è certezza sul comportamento dell’altro, non sappiamo neanche noi che direzione prendere: quella dell’indifferenza o quella della speranza?
Il cuore ci dirà sempre cosa fare. Poi dovrà accettare la realtà, aspettata o inaspettata, messa in conto oppure no.
Il tempo spiega sempre tutto. Anche quello che sapevamo già.