Sanremo senza colori


“Un nastro senza colori, per i diritti dei bambini. Chi espone colori ha dimenticato l’infanzia. Esponiamolo. Al festival di Sanremo per i diritti dei bambini…. contro gli abusi e contro la pedofilia. Nuova forma di schiavitù”. Don Fortunato Di Noto

Ho letto questa frase per caso su Facebook. Una proposta. Semplice. Che ne dite?

Parlando su Facebook dei nastri colorati portati sul palco dell’Ariston da alcuni cantanti a sostegno delle unioni civili, è venuta fuori anche un’altra domanda: chi non usa il nastro colorato è contrario o semplicemente non vuole esprimersi?

Il Punto – Sanremo arcobaleno


Come ogni anno puntuale è tornato il Festival di Sanremo. Amato, odiato, contestato, adorato… insomma, in ogni caso un pezzo d’Italia. 

Anche quest’anno se ne parla e parla e parla, per come era vestita la Pausini o chiedendosi quale sia l’identità sessuale di Gabriel Garko. Basta che se ne parli. 

Di Sanremo si potrebbero scrivere decine di articoli al giorno che nulla hanno a che fare con la canzone, e altrettanti sugli artisti in gara. 

In questa edizione 2016 saprete ormai che molti cantanti si sono esibiti portando sul palco dei nastri colorati, per palesare il loro sostegno alla legge Cirinnà di cui tanto si discute in questi giorni. La mia domanda è: credete che sia appropriato? Indipendentemente dalle idee religiose e politiche di ognuno, dalla propria sensibilità in una materia tanto delicata, il palco dell’Ariston è il luogo adatto per parlare delle unioni civili? Sanremo è politica, gossip o canzone? Oppure tutte e tre le cose?