Una storia dolce, triste, delicata e commovente. È la “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda (Salani 2016).
Un libro per grandi e piccini che consiglio di leggere a tutti. Una fiaba universale che ci parla di amore, affetto, famiglia, la famiglia formata dalla gabbianella Fortunata, dal gatto nero Zorba e dagli altri gatti che si sono presi cura di lei. Una storia che ci parla anche degli errori degli esseri umani, a cominciare dal petrolio riversato in mare che ha ucciso la povera mamma della gabbianella; passando poi per la crudeltà di tenere gli animali in gabbia e del poco rispetto che noi esseri umani mostriamo verso gli animali e la natura.
Mi hanno colpita alcune frasi.
Una piccola verità ce la dice il gatto Colonnello: “Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori”.
E poi il discorso del gatto Zorba alla gabbianella: “…abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo”.
Un’altra frecciatina verso noi umani, quando il gatto pensa di andare a parlare con un umano. Cosa avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero rinchiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi esami, perché in genere gli esseri umani sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire.
E poi la frase che tutti conoscono, pronunciata sempre dal gatto Zorba: “Vola solo chi osa farlo”.
Un inno al rispetto della natura e dei mari, all’affetto tra esseri diversi ma abitanti tutti della Terra, una voce di speranza che ci sprona ad osare e a volare.