Perché tra quelli che hanno compiuto gli attentati del 13 novembre c’era anche un cittadino francese?
Uno dei seminari che ho seguito quest’anno è diventato tristemente attuale. Era a febbraio di quest’anno, a Roma, con il titolo: “Siamo tutti Charlie? Libertà di stampa e dialogo fra culture dopo il 7 gennaio 2015”. Ci avevo già scritto un post ma riportando soltanto l’intervento di Eric Joszef, inviato di “Libération”. E dopo l’attacco terroristico nella sede del giornale satirico “Charlie Hebdo”, gli ultimi terribili eventi accaduti il 13 novembre scorso a Parigi e poi un ospite in un talk show che si chiede: “Ma com’è possibile che tra i terroristi che hanno compiuto questi attentati ci siano anche cittadini francesi a tutti gli effetti, nati e cresciuti in Francia?”. Così ho ripensato a quello che era stato detto proprio in quel seminario.
A tirare fuori l’argomento era stato Andrea Spreafico, dell’Università Roma Tre. Vi lascio di seguito gli appunti che avevo preso:
- Disoccupazione di massa;
- Risultati scolastici meno brillanti – scuole professionali, lavori che non faranno scalare la società – succede nelle periferie di Parigi – scuole meno qualificanti;
- Aspettative frustrate;
- Ghettizzazione a Parigi: solo immigrati e discendenti – Magreb e Africa subsahariana – chi abita lì è etichettato come pericoloso – discriminazione sul lavoro;
- L’esclusione spaziale aumenta il sentimento di emarginazione;
- Non hanno rappresentanza o sbocco politico ;
- Non c’è un efficiente ascolto dei bisogni degli abitanti;
- Non partecipano alle attività delle moschee frequentate dai genitori;
- Non c’è un’unica comunità musulmana francese – frammentazione;
- Giovani: aspettative standard da consumatori occidentali ma non riescono a realizzarle;
- Carcere: detenuti musulmani in numero maggiore, lì incontri con altri radicalizzati;
- Ruolo dell’Islam: cercare lì una forma di recupero o una forma di reazione, ma è l’Islam modellato su proprie esigenze;
- Non tanto motivo ispiratore;
- I riferimenti avrebbero potuto essere altri: ad esempio, in Sudamerica gang di strada e narcotraffico;
- Odio verso la società che li ha emarginati;
- Su siti jihadisti vengono proposte fama e ricchezza;
- Si parla spesso di rigenerazione attraverso un ritorno nella terra storica.
Ora, non voglio assolutamente alludere al fatto che la Francia sia in parte causa di questi attentati, né giustificare in alcun modo il terrorismo; ma forse, per combatterlo, si potrebbe partire anche da qui.