Pensieri su… “La mia seconda vita tra zucchero e cannella”

Un libro veloce e intenso sull’alta cucina “La mia secondo da vita tra zucchero e cannella” di Verena Lugert (Astoria, 2019). La classica copertina rossa dei libri Astoria stavolta nascondeva la storia di una giornalista che decide di dedicarsi all’alta cucina e cambiare vita. 

Protagonista è Verena Lugert, una giornalista tedesca appassionata di cucina, che decide di lavorare in ristoranti di alto livello. Si trasferisce a Londra e segue un corso alla Cordon Bleu, poi inizia a lavorare in uno dei ristoranti di Gordon Ramsay. Deve affrontare mille difficoltà e imparare tutto. Le cucine dei ristoranti di alto livello hanno una gerarchia precisa che viene rispettata in ogni momento. Si lavora dalla mattina alla sera. Tutti danno il massimo e l’errore di uno significa più lavoro per la cosiddetta brigata di cucina. Verena comincia a farne parte ma non riesce ad ambientarsi subito…

Personaggi riusciti, autentici, sembra di vederli uno ad uno in questo racconto di vita. A Verena ci si affeziona, proprio perché non è perfetta. Una donna volitiva che cerca di capire i suoi errori e di correggerli. Ha i suoi momenti di sconforto ma poi si riprende. È umana, è vera.

Il libro contiene descrizioni dettagliate del lavoro che si fa in cucina, tra perfezione e ingredienti particolari. Piatti ricercati che devono essere realizzati alla perfezione. Un mondo sconosciuto ai più.

Il finale è inaspettatamente aperto. Questo non è un vero e proprio spoiler, diciamo che la vita di Verena aspetta l’esito di un colloquio di lavoro e vorrei tanto sapere com’è andata…

Pensieri su… “I traditori”

“I traditori” (Astoria Edizioni 2018) di Tammy Cohen è un romanzo uscito proprio a ottobre 2018, che ho ricevuto in anteprima e semplicemente divorato. Come è stato per “La cattiva”, della stessa autrice.

Finito questo libro non avevo voglia di leggere nient’altro. Era come se volessi continuare quella stessa storia, perché il finale lascia veramente con gli occhi sgranati! Non guardate l’indice prima della lettura, potrebbe svelarvi il finale.

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Pensieri su… “Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey”

Non ringrazierò mai abbastanza Astoria Edizioni per l’invio di “Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey” (2017) di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows. È un romanzo epistolare e non me l’aspettavo. In ogni lettera c’è un pezzetto dell’anima e del temperamento del personaggio che l’ha scritta.

La storia comincia a Londra, città che porta ancora i segni della fine della seconda guerra mondiale. Una giovane scrittrice, Juliet, riceve una curiosa lettera da un uomo, Dawsey, che ha un suo libro. I due cominciano così a scriversi e la donna è sempre più curiosa. Lui fa parte del Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, nato durante l’occupazione tedesca dell’isola. Un nome a dir poco curioso. L’uomo comincia a raccontarle la storia e presto lascia la parola anche ad altri abitanti dell’isola per descrivere non solo il club del libro ma anche il periodo dell’occupazione e della guerra. Juliet viene così a sapere come quel momento storico ancora così vicino è stato vissuto sull’isola. Intanto inizia a frequentare un giovane editore, Mark, che sembra geloso del suo attuale editore, Sidney… Vi anticipo solo che non poteva mancare una storia d’amore…

Con tanta voglia di conoscere i protagonisti delle storie risalenti alla seconda guerra mondiale nelle isole del canale, Juliet vola a Guernsey, e non sarà la sola… Vorrebbe infatti scrivere un libro, raccogliendo le esperienze di tutti.

Aneddoti, risate, malintesi e scherzi sono all’ordine del giorno. E dai racconti spunta Elizabeth: una donna forte e anticonformista di cui nessuno ha avuto più notizie dopo la guerra…

Questo libro è come una fetta di torta in un pomeriggio d’estate, è la panna sulle fragole, è una canzone allegra in riva al mare. Mette di buonumore e offre uno spiraglio di umanità in un mondo che ha vissuto i terribili anni della seconda guerra mondiale e il periodo successivo, che ha portato con sé tristi ricordi, rimpianti e devastazione. Ma i personaggi di questo libro non si arrendono, non si sono mai arresi, né di fronte alla guerra, né davanti alle difficoltà della vita, piccole o grandi che siano.

Grazie al club del libro i partecipanti hanno conosciuto molti grandi scrittori e ne parlano nelle loro lettere come se fossero i loro vicini di casa.

Ci sarà anche un piccolo colpo di scena: nell’isola c’è un tesoro di cui nessuno sapeva niente e che verrà alla luce proprio grazie al club del libro… Vi lascio la sorpresa!

Il libro termina con i ringraziamenti di entrambe le autrici e con la postfazione dell’autrice originaria, Mary Ann Shaffer, purtroppo venuta a mancare, che ha dovuto chiedere a sua nipote Annie Barrows di aiutarla a finire il libro a causa della sua malattia. Vi consiglio di leggerle. Anne Borrows ha ragione: il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey vive ogni volta che qualcuno ne parla o ne scrive su internet. Perché, diciamolo, tutti quelli che leggono questo libro ne vorrebbero fare parte, e ne fanno parte di diritto grazie a questa meravigliosa lettura.

Pensieri su… “La cattiva”


Astoria mi ha fatto un bellissimo regalo con l'invio del thriller "La cattiva" (2017) di Tammy Cohen!

La storia è a dir poco appassionante. Ogni capitolo ha come titolo il nome di uno dei protagonisti, tranne l'epilogo. C'è Anne, che ha avuto in cura tanti anni prima una bambina che aveva vissuto un'infanzia molto difficile. Non era stata maltrattata ma i suoi genitori avevano problemi psichici. E trattavano il suo fratellino come fosse un animale, anzi, peggio. Questa storia è raccontata in prima persona nei capitoli intitolati "Anne". Una donna che si trova davanti a un terribile crimine che forse si sarebbe potuto evitare facendo scelte diverse tanti anni prima.

Allo stesso tempo viene raccontata in terza persona la vicenda che si è svolta nell'ufficio, dando a ogni capitolo il titolo dell'impiegato a cui si riferisce. Ed è questo che fa entrare il lettore nella storia, perché tutti più o meno si ritrovano in una situazione comune come quella di un ufficio. Tantissime persone lavorano in ufficio e chi non ci lavora è entrato in vari uffici per molteplici ragioni e ne ha un'idea.

In questo modo il crimine di cui si è testimoni riguarda un contesto sociale comune e noto e sembra incredibilmente vicino a chi legge.

Ci si aspetta continuamente che succeda qualcosa di terribile e si sospetta ad alternanza di tutti gli impiegati e della loro nuova capa, compresa la donna di cui quest'ultima ha preso il posto. Io, almeno, ho sospettato ad alternanza un po’ di tutti. Poi il colpo di scena che nessuno si aspettava! E che non posso certo svelarvi…

Finché il dubbio tocca due persone e il crimine si compie, svelando il nome atteso dall’inizio del libro, la persona che Anne conosceva e delle cui azioni era stata informata.

Assolutamente da leggere!

Pensieri su… “Morte di una moglie perfetta”

“Morte di una moglie perfetta” di M.C. Beaton è uno dei casi di Hamish Macbeth, pubblicato da Astoria a febbraio 2017. Un libro semplice e di facile comprensione. 

Un giallo che si svolge in un paesino della Scozia in cui tutti si conoscono. Il protagonista è Hamish Macbeth, un uomo tranquillo che gestisce la altrettanto tranquilla stazione di polizia di Lochdubh. Un uomo senza ambizione professionale che vive nella sua isola felice con il suo cane, la pecora nera e le galline. È innamorato della ricca e altolocata Priscilla, che lo vorrebbe più ambizioso e si è trovata un fidanzato a Londra. Ma le cose cambiano… 

Nel tranquillo paesino arriva una nuova coppia. E il clima cambia al loro arrivo: peggiora come a presagire un brutto evento. La moglie, Trixie, sembra saper fare tutto e va in cerca di mobili per arredare il bed & breakfast che sta aggiustando con il marito, un uomo che sembra non saper fare nulla. Ma Trixie è la moglie perfetta, che ha sempre voglia di dettare legge e comandare su qualcuno. Conquista le donne del villaggio con le sue idee rivoluzionarie per proteggere i pipistrelli e con la battaglia contro il fumo. È bella ed ha un ascendente su molti ma qualcuno al villaggio la detesta… La donna viene ritrovata morta nel suo bed & breakfast: è stata avvelenata. Ci penserà Hamish Macbeth a risolvere il caso, apparentemente complicato ma più semplice e ovvio di quel che sembrava. E dovrà destreggiarsi tra l’apprezzamento e il disprezzo dei suoi superiori, e gli abitanti del paese che lo trattano con sufficienza, perché lo vedono come uno di loro e non come un poliziotto.

Niente fronzoli nella scrittura, pochi dettagli e le scene che si susseguono velocemente senza ogni volta descrivere ogni passo. Una lettura veloce e appassionante, intrigante e leggera.

Pensieri su… “L’imprevedibile destino di Emily Fox-Seton”

Prima di tutto ringrazio l’editore Astoria per avermi regalato “L’imprevedibile destino di Emily Fox-Seton” di Frances Hodgson Burnett. È un piccolo tesoro che consiglio a tutti di leggere: scorrevole, drammatico, intenso, realistico. Bello. Pubblicato per la prima volta nel 1901, è uscito quest’anno edito da Astoria.

Mi sono ritrovata a leggere questo libro in contemporanea con l’ultimo racconto della raccolta “La lacrima nel sigillo e altri racconti” di Henry James. Proprio in quel racconto la protagonista, Sylvia, si sente come la giovane di “La bella e la bestia”. È in una casa meravigliosa piena di cose preziose con un uomo ricco e barbuto che quasi non conosce. Nel romanzo della Burnett, Emily guarda la sua nuova è immensa casa come se fosse il castello della Bella Addormentata. Due riferimenti alle favole in due storie diverse. Ma il dato comune è che le donne protagoniste sposano un uomo più grande e ricchissimo che si prenderà cura di loro per la vita. Sylvia era di buona famiglia ma aveva perso tutto; Belle non era ricca e trova la sua fortuna. La Bella Addormentata sposa un principe, essendo una principessa; Emily era di nobili origini ma caduta in disgrazia. In ogni favola la protagonista, che sia una principessa o che sia povera, trova sempre un principe ricco che le donerà tutto, a cominciare dal castello. E così le favole entrano nella letteratura d’autore e racconti e romanzi le citano.

— Spoiler —

Parlando in particolare di questo libro, devo ammettere che la Burnett non si smentisce mai! Protagonista assoluta è Emily Fox-Seton: povera ma bella nel suo genere, alta e con bei capelli scuri. Emily fa i salti mortali per sopravvivere e non chiede niente a nessuno. Ma un giorno la sua vita cambia: inaspettatamente un marchese sceglie lei come moglie! Le pretendenti erano bellissime fanciulle ma Emily ha il fascino di una donna di 34 anni e dimostra una grande abnegazione nel lavoro. Il marchese sceglie lei. E comincia così la seconda parte del libro. Emily si sposa e diventa Lady Walderhurst. Va a vivere in un’elegante dimora di campagna. Ma comincia a farle pena l’uomo che sarebbe stato erede della fortuna di Lord Walderhust se lui non si fosse sposato: Alex Osborn. Emily prova pena per lui e per sua moglie Hester, per metà inglese e per metà indiana, che non versano in buone condizioni economiche e vengono dall’India. Li invita in un cottage poco distante dalla sua villa. Lord Walderhurst non li sopporta e, accettando un impegno di rappresentanza, parte per l’India. Hester Osborn rimane incinta ed Emily invita i due nella sua casa. E scopre di essere incinta anche lei. Intanto, strane cose cominciano ad accadere… Incidenti che potrebbero portarla alla morte! Ma Emily sospetta che siano stati provocati dai suoi ospiti, in particolare da una nativa indiana che assiste Hester. Decide di chiedere al marito di tornare ma lui è malato in India. Allora Emily scappa da casa sua e si rifugia a Londra. Lì fa nascere suo figlio, aiutata da Jane Cupp, la sua fedele assistente, e da sua madre: due donne che facevano parte della vita di Emily anche quando era povera. Ma quando Lord Walderhurst riesce finalmente a tornare, trova Emily in fin di vita e con un bambino nella culla. Riesce a farla svegliare da un profondo sonno pronunciando incessantemente il suo nome. Intanto gli Osborn hanno avuto una bambina e sono tornati in India, dove Alex muore per uno strano incidente: si spara per errore con un fucile che credeva scarico. Emily fa tornare Hester a vivere vicino a lei, insieme a Lord Walderhurst e ai suoi due bambini. Alla fine del libro, Hester confessa a Emily di sospettare della sua serva nativa: forse quello di suo marito non era stato un incidente. Perché, da quello che si evince nel libro, i nativi fanno così: fanno passare per incidenti fatti che sono loro a provocare. Inquietante.

Un romanzo che poteva essere piatto e scialbo, con la penna della Burnett diventa interessante, pieno di risvolti e considerazioni. I personaggi sono tutti ben tratteggiati e non si può non amare Emily. Una donna semplice che sa cosa significhi essere indigente. Emily non è perfetta e proprio questo la rende in qualche modo vera. Aiuta tutti ed è capace di provare affetto sincero verso gli altri. Anche quando era povera non invidiava i ricchi; anzi, lavorava per loro con dedizione. Diventata ricca, non ha dimenticato i suoi amici e ha aiutato chi aveva bisogno. Un esempio per tutti. Un libro assolutamente da leggere.

Pensieri su… “Questa cosa bizzarra che si chiama amore”

Che dire? Una storia toccante, vera, delicata, “Questa cosa bizzarra che si chiama amore” (Astoria Edizioni 2016) di Elke Heidenreich e Bernd Schroeder. Ringrazio ancora Astoria Edizioni per avermi inviato questo libro che mi incuriosiva!

È un volumetto piccolino ma rende molto; a copertina morbida, rossa e lucida. 

Marito e moglie: Lore e Harry. Germania. Una coppia di sessantottini che ha vissuto nel rifiuto della borghesia e si è sempre schierata con l’estrema sinistra. Hanno un rapporto conflittuale con la Chiesa. Ideologie, stereotipi, ma alla fine ciò che conta sono le persone, è quello che c’è in fondo. Lei è una bibliotecaria a un passo dalla pensione; lui, pensionato, lavorava in un’industria e ha una grande passione per il suo giardino. Fanno dei lunghi battibecchi sulla possibilità di partecipare  o meno al terzo matrimonio della figlia Gloria. Lui non vorrebbe andarci, la moglie pensa sia un dovere di entrambi.

Nei capitoli si alternano una volta i pensieri di Lore e un dialogo tra i due, una volta i pensieri di Harry e un nuovo dialogo tra loro. Non mi sarei mai stancata di sentirli discutere o chiacchierare. Il loro rapporto negli anni ha subìto molti mutamenti, ci sono stati momenti difficili e periodi tutti rosa. La loro unica figlia, lasciata sempre libera di fare qualsiasi tipo di scelta, sposa un uomo benestante, assicurando un futuro anche alla loro nipotina Laura. Anche lei una ragazza difficile, come sua madre. E così si ritrovano loro due, Lore e Harry, con i loro segreti, le gioie e le preoccupazioni, e il loro reciproco amore, sopravvissuto a quasi quarant’anni di vita insieme. Due persone con i loro pregi e difetti, che hanno fatto i loro sbagli ma anche del loro meglio nella vita; hanno i loro rimpianti e hanno avuto le loro soddisfazioni. Due personaggi molto realistici, quasi reali. Mi sembra di averli conosciuti davvero.

Qualche imprecisione nella traduzione italiana ma nel complesso un libro scorrevole e breve, che appassiona e si legge in un attimo. Qualche espressione colorita e qualche parolaccia che ci si poteva risparmiare.

L’odore di questo libro è delicato, tenue, quasi antico ma in un volumetto appena stampato: lo adoro! Era in perfetta simbiosi con la storia. Più volte mi sono fermata ad annusare…

Non vi anticipo il finale, che mi ha lasciata con una piccola spina di tristezza. Una storia ben raccontata, semplice, in cui chiunque potrebbe ritrovarsi qua e là. Una storia d’amore; amore semplice, quotidiano, fatto di convivenza e piccole cose. Non quello che dura un’estate o si affievolisce dopo qualche anno di matrimonio: una storia d’amore durata quarant’anni.