Esiste davvero il caso? Quello che ci accade, succede davvero per caso o avviene per un motivo ben preciso?
Spesso ci troviamo in situazioni spiacevoli o magari facciamo brutti incontri. E’ tutto frutto del caso? Oppure no? Magari doveva andare così e quella esperienza proprio non ce la potevamo evitare? Però quello che è successo ci ha probabilmente insegnato qualcosa.
E poi i casi positivi: trovare per “caso” un nuovo lavoro, incontrare la persona della nostra vita, ritrovare dopo anni un vecchio amico… Succede davvero senza una ragione?
Poi ci sono quelle cose che accadono e sembra non portino nulla né di positivo, né di negativo. Un’amica ci fa una telefonata per sapere come stiamo, scopriamo accendendo la tv che è appena ricominciata la nuova stagione del nostro telefilm preferito, oppure al supermercato compriamo uno yogurt che si rivela inaspettatamente il nostro preferito. Insomma, sarà tutto frutto del “caso”?
Quale tra tutti questi esempi che potremmo definire negativi, positivi o neutri ci ha davvero cambiato la vita, ci ha insegnato qualcosa? Quale non ha apportato, almeno apparentemente o dal nostro punto di vista, un cambiamento?
Forse tutto succede per “caso”. O forse niente accade per “caso”. Forse ogni cosa, anche se delle dimensioni di una goccia nel mare, nel suo piccolo crea delle increspature che vanno a modificare, anche se impercettibilmente, l’equilibrio della nostra vita. Forse oggi non lo vediamo ma fra qualche tempo ci renderemo conto che ogni accadimento, per insignificante che possa sembrare, ha un suo perché. La penna che abbiamo perso sul treno non tornerà più, ma ne troveremo un’altra abbandonata sull’autobus. L’ultima sciarpa di colore blu che abbiamo regalato alla nostra migliore amica e che piaceva tanto anche a noi farà capolino dalla vetrina di un altro negozio, dove non pensavamo neanche di cercarne una uguale. O magari lo yogurt provato per caso che ci è piaciuto tanto ce lo siamo proprio meritato, dopo tutte le ripetizioni date gratuitamente a quel discolo del figlio dei vicini!
Tutto vale, ovviamente, anche al negativo. Chi semina vento, raccoglie tempesta.
Però il “caso” non segue regole matematiche. Forse potremmo parlare di “destino”: per la serie, se deve accadere, accadrà. E poi c’è il libero arbitrio: siamo noi a scegliere di prendere o meno quella penna lasciata sul sedile dell’autobus, che ci viene come regalata in sostituzione di quella che abbiamo appena perso. Senza dimenticare la “volontà”: la nostra volontà che ci porta ad arrivare dove vogliamo. E, ultima ma non per importanza, l'”immaginazione”: la nostra capacità di sognare quello che realmente vogliamo, vedere un obiettivo davanti ai nostri occhi e immaginarlo come già realizzato, è un po’ come essere a metà dell’opera.
Porsi un obiettivo positivo, immaginarlo, perseguirlo e raggiungerlo. Non è sempre facile, anzi, forse nella maggior parte dei casi non lo è. Ma la nostra volontà ci aiuterà e in qualche modo anche il “caso”, che opera a suo modo pro o contro (anche se magari qualcosa che sembra negativo si potrebbe rivelare invece un fatto positivo o viceversa) metterà i suoi ingredienti nel calderone.
La domanda clou resta: esiste o non esiste il “caso”? Forse non è un ” caso” che questo post sia stato scritto…