Pensieri su… “La leggenda del santo bevitore”

Un libro a dir poco singolare "La leggenda del santo bevitore" di Joseph Roth. Ho trovato questa edizione Adelphi 2004 in una bancarella di libri usati e l'ho portata al mare, leggendola tutta d'un fiato!

Il racconto è stato pubblicato postumo nel 1939. È la storia di un uomo che si è arreso alla vita: un alcolizzato, un clochard, un essere completamente solo. Non ha pensieri e vive totalmente fuori dalla realtà, alla giornata, racimolando qualche spicciolo per bere alcol e mangiare e poi tornare sotto un ponte.

Quest'uomo si chiama Andreas Kartak e neanche si ricordava più il suo cognome. Vive a Parigi sotto i ponti della Senna, senza sapere che giorno sia. Ma una notte incontra un ricco sconosciuto che gli offre 200 Franchi. Andreas li accetta come prestito e non sa come potrebbe ridarglieli. L'uomo allora gli propone di restituirli la domenica come offerta a Santa Teresa di Lisieux nella Chiesa di Sainte Marie de Batignolles. E così cominciano le avventure di Andreas, che incontra un vecchio amore e vecchi amici, e alternativamente spende o perde il denaro, che si ritrova in tasca in vari modi, soprattutto attraverso quelli che considera dei miracoli. La vita gli offre varie possibilità di cambiare la propria esistenza: potrebbe tornare insieme alla donna che un tempo amava e per la quale aveva commesso un omicidio, finendo in carcere; o farsi aiutare da un ricco amico che gli dà dei vestiti e un posto dove stare. Ma lui non pensa a stabilizzare la propria vita. Ricevuti quei primi 200 Franchi si rade, poi si lava e dorme finalmente in una stanza con un letto. Però lui continua a vivere alla giornata e vuole solo ubriacarsi e restituire il prestito alla Santa.

I soldi in tasca gli danno sicurezza e anche la sua voce cambia, diventando più sicura. Il suo aspetto migliora e lui si fa addirittura un bagno. Ma gli basta quel poco che ha nella tasca interna della giacca e che prima o poi spenderà o dovrà restituire. È così che passa gli ultimi giorni della sua vita, con il pensiero di dare indietro quei 200 Franchi. Non sente quei soldi suoi, anche se questa piccola somma che va e viene dà una scrollata alla sua vita, come risvegliandolo. E quei soldi, pur cercando di scuotere Andreas dal suo torpore, non fanno più di questo. Lui vuole solo darli indietro e tornare alla sua vita di prima, anche se ora sembra di nuovo consapevole di quanto sia misera e di come la stia sprecando.

Una lettura strana, tra il possibile e l'altamente improbabile. È come stare sulle montagne russe. Sono le ultime pagine della vita di un uomo che ha come unico scopo quello di saldare il proprio debito con la fortuna.

Pensieri su… “La rivoluzione d’amore”


Sono venuta a conoscenza di questo libro per puro caso, se il caso esiste. Stavo scorrendo la home di Facebook e tra le notizie ho trovato un concorso indetto sul social da Garzanti Libri. Partendo dal libro “La rivoluzione d’amore”, uscito a maggio 2017, si chiedeva di esprimere il proprio gesto d’amore quotidiano. Io l’ho espresso così: “Ascoltare con il cuore è il mio gesto d’amore quotidiano”. E sono risultata una dei tre vincitori del contest. Pochi giorni dopo ho ricevuto la maglietta e il braccialetto ispirati al libro. Però non me ne potevo andare in giro con una maglietta a maniche corte e un bracciale di gomma che parlavano di un libro che non conoscevo… E così ho deciso di conoscerlo. E non ho conosciuto soltanto il contenuto di un libro ma indirettamente una marea di persone che gira attorno a un piccolo grande uomo: Jacopo, detto Papo. A scrivere questo libro è stato il suo papà, Andrea, che si è visto portare via uno dei suoi più grandi tesori da una malattia al cuore. Gli altri due tesori sono la figlia Carlotta, detta Totta, e la mamma Nicoletta. Tutti insieme sono la Famiglia Vaniglia: già, persone semplici e intelligenti che hanno vissuto dieci meravigliosi anni insieme, finché il loro cucciolo, che da sempre combatteva il suo mostro, li ha la lasciati all’improvviso. Poteva succedere. Lo sapevano. Ma nessuno sarebbe mai pronto per questo. 

Così, suo padre ha cominciato a scrivere il libro che nessuno vorrebbe mai scrivere: le lettere al suo bambino di là dall’infinito. Ogni sera. Per parlare con il suo migliore amico.

Ad ogni pagina sembra di esserci e di vivere insieme a questa famiglia i viaggi, i momenti divertenti, le scaramucce,  i momenti difficili, come anche di ascoltare le loro voci, soprattutto quella di Jacopo, mentre fanno battute e chiacchierano.

Difficile fare una recensione di questo libro. Impossibile. Perché questo non è un libro ma un pezzo di cuore. Non è fantasia, è la vita vera. È amore.

La indosserò quella maglietta. Lo porterò quel braccialetto. Per ricordare un bambino speciale, che suo padre definisce un supereroe per aver lottato coraggiosamente per tutta la vita. Lo ricorderò per aver vissuto appieno ogni giorno da persona normale ma consapevole dei suoi limiti, non da malato; e con la spensieratezza, la spontaneità e la curiosità che solo un bambino può avere, ma che tutti dovremmo ritrovare a qualsiasi età.

www.paposuperhero.com

Pensieri su… “Morte di una sgualdrina”


"Morte di una sgualdrina" è il giallo che segue "Morte di una moglie perfetta" di M.C. Beaton, entrambi pubblicati nel 2017 da Astoria Edizioni, per il ciclo "I casi di Hamish Macbeth". Molto carini i libri Astoria dalla copertina rossa e morbida e dal profumo delicato.

"Morte di una sgualdrina" mi è piaciuto ancora più del primo. Il linguaggio scorrevole e una trama semplice caratterizzano questa scrittrice.

In un tranquillo paesino delle Highlands, Lochdubh, gli abitanti escogitano uno stratagemma per far tornare il poliziotto Hamish Macbeth alla stazione di polizia locale. Lui non avrebbe voluto altro ma sembrava che non ci fosse più bisogno della sua presenza dopo l'ultimo omicidio. Aiutati dalla nuova arrivata Maggie Baird, gli abitanti possono festeggiare il ritorno del poliziotto dai capelli rossi. Anche Priscilla, ricca abitante del luogo che vive in un castello e della quale Hamish era stato innamorato, è felice di rivederlo. Ma soprattutto Hamish suscita l'interesse di Alison, nipote senza un soldo della ricca signora Baird. Quest'ultima, che da grasso e brutto anatroccolo si trasforma in pochi mesi (dieta ferrea e qualche lifting) in uno splendido cigno, decide di invitare quattro suoi ex fidanzati e di sposarne uno. Il testamento che lasciava tutte le sue ricchezze ad Alison sarebbe stato cambiato. E poi la tragedia…

Una storia che ha in sé del comico, visti i personaggi e le loro vite. Lo stesso Hamish, poliziotto scansafatiche che tiene delle galline alla stazione di polizia e ha come compagno di vita un simpatico bastardone, è un personaggio insolito. Ma risolve sempre tutti i casi con cervello e intuito, pur nella sua mancanza di ambizione sul lavoro: per lui il paradiso è Lochdubh.

Ci saranno anche delle novità che riguardano Priscilla e la sua famiglia…

Un romanzo leggero e intrigante. Da leggere tutto d'un fiato.

Pensieri su… “La cattiva”


Astoria mi ha fatto un bellissimo regalo con l'invio del thriller "La cattiva" (2017) di Tammy Cohen!

La storia è a dir poco appassionante. Ogni capitolo ha come titolo il nome di uno dei protagonisti, tranne l'epilogo. C'è Anne, che ha avuto in cura tanti anni prima una bambina che aveva vissuto un'infanzia molto difficile. Non era stata maltrattata ma i suoi genitori avevano problemi psichici. E trattavano il suo fratellino come fosse un animale, anzi, peggio. Questa storia è raccontata in prima persona nei capitoli intitolati "Anne". Una donna che si trova davanti a un terribile crimine che forse si sarebbe potuto evitare facendo scelte diverse tanti anni prima.

Allo stesso tempo viene raccontata in terza persona la vicenda che si è svolta nell'ufficio, dando a ogni capitolo il titolo dell'impiegato a cui si riferisce. Ed è questo che fa entrare il lettore nella storia, perché tutti più o meno si ritrovano in una situazione comune come quella di un ufficio. Tantissime persone lavorano in ufficio e chi non ci lavora è entrato in vari uffici per molteplici ragioni e ne ha un'idea.

In questo modo il crimine di cui si è testimoni riguarda un contesto sociale comune e noto e sembra incredibilmente vicino a chi legge.

Ci si aspetta continuamente che succeda qualcosa di terribile e si sospetta ad alternanza di tutti gli impiegati e della loro nuova capa, compresa la donna di cui quest'ultima ha preso il posto. Io, almeno, ho sospettato ad alternanza un po’ di tutti. Poi il colpo di scena che nessuno si aspettava! E che non posso certo svelarvi…

Finché il dubbio tocca due persone e il crimine si compie, svelando il nome atteso dall’inizio del libro, la persona che Anne conosceva e delle cui azioni era stata informata.

Assolutamente da leggere!

Pensieri su… “Morte di una moglie perfetta”

“Morte di una moglie perfetta” di M.C. Beaton è uno dei casi di Hamish Macbeth, pubblicato da Astoria a febbraio 2017. Un libro semplice e di facile comprensione. 

Un giallo che si svolge in un paesino della Scozia in cui tutti si conoscono. Il protagonista è Hamish Macbeth, un uomo tranquillo che gestisce la altrettanto tranquilla stazione di polizia di Lochdubh. Un uomo senza ambizione professionale che vive nella sua isola felice con il suo cane, la pecora nera e le galline. È innamorato della ricca e altolocata Priscilla, che lo vorrebbe più ambizioso e si è trovata un fidanzato a Londra. Ma le cose cambiano… 

Nel tranquillo paesino arriva una nuova coppia. E il clima cambia al loro arrivo: peggiora come a presagire un brutto evento. La moglie, Trixie, sembra saper fare tutto e va in cerca di mobili per arredare il bed & breakfast che sta aggiustando con il marito, un uomo che sembra non saper fare nulla. Ma Trixie è la moglie perfetta, che ha sempre voglia di dettare legge e comandare su qualcuno. Conquista le donne del villaggio con le sue idee rivoluzionarie per proteggere i pipistrelli e con la battaglia contro il fumo. È bella ed ha un ascendente su molti ma qualcuno al villaggio la detesta… La donna viene ritrovata morta nel suo bed & breakfast: è stata avvelenata. Ci penserà Hamish Macbeth a risolvere il caso, apparentemente complicato ma più semplice e ovvio di quel che sembrava. E dovrà destreggiarsi tra l’apprezzamento e il disprezzo dei suoi superiori, e gli abitanti del paese che lo trattano con sufficienza, perché lo vedono come uno di loro e non come un poliziotto.

Niente fronzoli nella scrittura, pochi dettagli e le scene che si susseguono velocemente senza ogni volta descrivere ogni passo. Una lettura veloce e appassionante, intrigante e leggera.

Pensieri su… “La mediocrazia”

Un libro che fa più che riflettere sulla società di oggi “La mediocrazia” (2017) di Alain Deneault. Grazie all’editore Neri Pozza per questo interessantissimo invio. Un libro che ho letto, meditato e sottolineato.

Non si parla soltanto di mediocrazia ma anche di università, terzo mondo e aiuti umanitari, politica, cultura e molto altro. Non tutto è come sembra e purtroppo tutto gira intorno all’interesse. In pochi governano le cose. Gli altri, la maggior parte, vengono relegati nella mediocrazia: non devono essere degli sciocchi ma neanche dei geni. L’importante è che siano pedine utili e facilmente manovrabili. Un libro scritto con un linguaggio forbito che vi aprirà gli occhi sul mondo in cui vivete e sulla vostra stessa vita.

Il tema della mediocrazia viene affrontato soprattutto all’inizio del libro, poi gli argomenti cominciano a spaziare. Ad esempio, si parla della cultura e degli artisti. “L’arte per l’amore dell’arte” non sembra esistere più al giorno d’oggi: lo scopo dell’arte è vendere. E gli artisti vengono usati da chi li ha appoggiati nel loro cammino.

Numerose le citazioni e i nomi e cognomi di chi ha il potere ad alti livelli e non compare mai.

Interessante il paragrafo sulla televisione, considerata una finestra sul mondo che mostra volti noti che diventano, per gli spettatori, familiari. Ma non tutto è come appare… La televisione non è un mezzo di aggregazione ma di disgregazione: tutti a guardare la stessa cosa ma isolati dagli altri.

La soluzione a un mondo sbagliato compare nell’ultimo paragrafo, in cui si raccomanda di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Si auspica di rompere con il passato per dare vita a una nuova generazione che sarà migliore. Non credo sia così facile… Comunque, vale la pena tentare.

Pensieri su… “La donna di ghiaccio”

“La donna di ghiaccio”, un thriller di Robert Bryndza uscito il 25 maggio 2017. Di solito mi arrivavano i libri d’ufficio grazie al “Club dei lettori” ma questa volta sono stata io a richiedere questo libro che mi incuriosiva. Ringrazio Newton Compton editori per questo invio! 

In un parco di Londra viene scoperto il cadavere di una donna sotto una spessa lastra di ghiaccio… Ben presto si scopre che la ragazza è nientemeno che Andrea, la figlia di un lord inglese, e aveva un fratello, David, e una sorella, Linda, due tipi eccentrici. Si comincia a indagare e viene chiamata la detective Erika Foster. Al suo personaggio mi sono affezionata subito: ha perso suo marito, anche lui un poliziotto, durante un’operazione che era proprio lei a guidare e non si conosce ancora il nome dell’assassino; e ora si trova con una squadra che non la riconosce da subito come comandante e l’uomo che la precedeva in quel ruolo la osteggia apertamente. Ma Erika riuscirà a farsi volere bene, nonostante i suoi errori e i momenti di seria difficoltà nelle indagini e nella vita privata.

Erika è un personaggio che mi è piaciuto molto, proprio perché non è perfetta. È umana e ha i suoi alti e bassi, ma anche un istinto infallibile. Quell’istinto che la porta a lasciare una falsa pista per concentrarsi su un’altra idea che, passo dopo passo, la condurrà alla verità. Erika non si farà fermare dalla famiglia ricca e facoltosa della giovane come hanno fatto altri, evitando di fare indagini approfondite. Al contrario, indagherà in un ambiente malfamato lontano da quello della ragazza, e sospetterà di tutti, passando al setaccio la vita della ragazza. Spunteranno così fuori i segreti che la riguardano e che riguardano la sua famiglia e il suo fidanzato, bruttino ma molto ricco, e altre due misteriose figure che erano con lei il giorno in cui è scomparsa… Un puzzle perfetto che Erika ricompone tassello dopo tassello. 

Impossibile staccare gli occhi dal libro.

Mi chiedo solo: ma i dettagli sull’omicidio del marito di Erika? E chi l’ha ucciso? L’autore lo svelerà in un nuovo libro?

Pensieri su… “L’altra metà delle fiabe”


Abeditore ha avuto una bellissima idea con “L’altra metà delle fiabe” (2016) a cura di Antonella Castello e non posso che ringraziare per questo interessante invio! 

In questo testo vengono messe a confronto le tre fiabe “La bella addormentata nel bosco”, “Il gatto con gli stivali” e “Cenerentola” di Charles Perrault, tradotte da Carlo Collodi, con le loro controparti italiane contenute in “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile: “Sole, Luna e Talia”, “Cagliuso” e “La gatta Cenerentola”.

Quello che è stato scritto da Perrault è successivo alla versione di Basile. Sarebbe interessante fare un confronto anche con le fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm.

Nel testo si comincia con le tre fiabe di Perrault, seguite dai racconti di Basile. Ma io non le ho lette in quest’ordine: ho cominciato con la prima fiaba dello scrittore francese e poi ho letto la controparte dell’autore napoletano, e così via. Sono molte le somiglianze ma ci sono anche diverse parti discordanti. La certezza è che Basile ha messo inchiostro su carta prima di Perrault.

Un libro che vi porterà a fare un paragone spontaneo tra la fiaba come la ricordate dall’infanzia, la versione di Perrault e la più antica di Basile. E non potrete non pensare alle versioni dei cartoni animati Disney “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco”, e al gatto con gli stivali che accompagnava l’orco Shrek ed è stato protagonista del film “Il gatto con gli stivali” della DreamWorks.

— Spoiler —

È giusto che ognuno legga questi racconti e tragga le proprie conclusioni, notando somiglianze e differenze. Però qualche considerazione personale la vorrei fare. 

Nella fiaba “La bella addormentata nel bosco” non c’è il bacio del vero amore per il risveglio! La principessa si sveglia solo perché così aveva detto la fata nel suo incantesimo ed erano passati cento anni. Poi, a chiamarsi Autora è la regina, non la principessa come nel cartone animato Disney. Interessante il dettaglio che, appena la principessa si punge con il fuso, viene avvertita la fata che ha mitigato il cattivo incantesimo della fata anziana da un nano che indossa gli stivali dei sette chilometri, che ricordo come gli stivali delle sette leghe.

Interessante il fatto che “Il gatto con gli stivali” fosse un gatto maschio, mentre in “Cagliuso” la gatta era una femmina. In entrambi i racconti, nessuno si stupisce di sentirli parlare.

Disney ci ha mostrato nell’omonimo cartone animato come Cenerentola avesse in tasca l’altra scarpetta, dopo che quella portata in tutto il reame si era appena rotta. Pensavo fosse un’invenzione ma non del tutto: nella versione di Perrault, la scarpetta che fa il giro del regno non si rompe ma Cenerentola aveva comunque in tasca l’altra. Di vetro.

Pensieri su… “Prova a dire abracadabra!”


Camelozampa non si smentisce mai! Posso solo ringraziare l’editore per l’invio di questo libro a copertina rigida e il buon odore di stampa che racconta la storia di un gufetto che aveva paura di volare: “Prova a dire abracadabra!” (2017) di Maria Loretta Giraldo, con illustrazioni di Nicoletta Bertelle.

Il protagonista è un piccolo gufo viola-fucsia che ha paura di volare. Gli altri uccelli suoi compagni di scuola hanno subito spiccato il volo ma lui è frenato dalla paura. 

Ogni animale ha come nome di battesimo quello della sua specie, ad esempio Merlo, Pertirosso e Passerotto. In questo modo è facile per un bambino riconoscere l’identità dei personaggi. 

Non tutti nella vita riusciamo al primo colpo. E la maestra lascia il piccolo gufo da solo sul ramo. Però ci sono gli amici ad aiutarlo: Tartaruga, Riccio e Topo. Tutti conoscono la magia della parola “abracadabra” e ho il sospetto che l’abbiano utilizzata anche loro in passato. Il piccolo gufo cadrà alcune volte ma alla fine spiccherà il volo, forte dell’esperienza di ogni caduta e aiutato dalla forza di volontà e dal coraggio che ci mette ogni volta che ripete la parola magica con convinzione. E poi sarà lui stesso ad aiutare chi ha paura di cimentarsi in qualcosa di nuovo…

Un linguaggio semplice e diretto in poche pagine da leggere con attenzione. La storia, facile da comprendere, arriva subito al cuore. Il lettore tifa immediatamente per il gufetto, incoraggiandolo con il cuore come fanno i suoi amici animali. E si comprende facilmente che quello che gli mancava era il coraggio di affrontare una grande prova. Ma non bisogna mai darsi per vinti, specialmete ancora prima ancora di aver provato.

I disegni dai colori decisi non rispecchiano la realtà delle cose ma la fantasia di un mondo immaginario e fantastico. I personaggi sono dolci ed espressivi, e colorati non in maniera omogenea ma come scoloriti o graffiati e questo li rende unici. Bellissime e romantiche le foglie blu degli alberi.

Un bel libro davvero. Me ne sono innamorata appena l’ho visto. Camelozampa non delude mai!

La rivoluzione d’amore

Sono una dei tre vincitori del contest ispirato al libro di Andrea Pilotta “La rivoluzione d’amore” indetto da Garzanti Libri su Facebook! Si chiedeva di raccontare il proprio gesto d’amore quotidiano e io l’ho espresso così: “Ascoltare con il cuore è il mio gesto d’amore quotidiano”. Così, ho ricevuto la maglietta e il braccialetto ispirati al libro. Confesso: non ho letto ancora il libro ma ho in previsione di farlo!