Il mondo di Maria Grazia Di Mario: poesia, giornalismo e Moravia

Giornalista​a e scrittrice ma soprattutto una persona piena di idee e di buona volontà: vi presento Maria Grazia Di Mario! Una donna che ho conosciuto quando, fresca di laurea, ho cominciato ad avvicinarmi al mondo del giornalismo. Con il tempo abbiamo cominciato a lavorare insieme e ancora oggi scrivo per la sua rivista “Sabina” e collaboro alla versione on line “Sabina Magazine”. Maria Grazia è una donna forte che si stupisce delle ingiustizie del mondo, è una persona positiva che ha passato momenti belli e periodi difficili ma ha sempre ritrovato la luce; e poi, come me, ama i ciclamini! Bando alle ciance: via con la nostra chiacchierata!

Chi è Maria Grazia Di Mario?

Sono una sognatrice, nonostante il periodo storico arido di valori e possibilità di poter trovare un proprio posto nella società in maniera democratica e meritocratica, c’è sempre in me la speranza di venire travolta da un cambiamento reale e positivo, soprattutto umano. Concretamente sono una giornalista e scrittrice, ho fatto una dura gavetta che mi ha fortificato dal punto di vista personale e professionale. Devo ammettere che mi sono divertita e ho avuto grandi soddisfazioni! Ho iniziato con Il Messaggero, lavorato con Canale 5, con il Radiocorriere Tv come caposervizio, con quotidiani come L’Umanità, Avvenire, come ufficio stampa per l’Università La Sapienza di Roma ed altro ancora, e il tutto senza aiuti e raccomandazioni politiche o familiari.

È da poco uscito il tuo secondo libro di poesie…

Sì, “L’Attesa Infinita” (Abel Books 2014) è il mio secondo libro di poesie, dopo “Cabricia e il serpente” (Ibiskos Ulivieri 2005) che vinse il Premio Anco Marzio nel 2005, per l’occasione le mie poesie furono lette dall’attore Lando Buzzanca. L’ultimo libro è edito da Abel Books, in realtà è il premio di un Premio. Con il saggio “Alberto Moravia il Profeta Indifferente” (Onyx Editrice 2012) partecipai al Premio Nabokov – edizione 2013 ed arrivai seconda, il premio per i vincitori è stato quello di vedersi pubblicare gratuitamente un libro. Non credo ci saranno però presentazioni, almeno al momento.

Cosa ti ha spinta a dedicarti di nuovo alla poesia?

La morte di mio padre Angelo Di Mario, al quale sarò per sempre legata. La prima poesia del libro è scritta a due mani. Il 6 giugno del 2013 d’impulso chiamai mio padre e gli proposi di scrivere una poesia a due voci, una esigenza mai sentita prima in quanto i nostri stili sono sempre stati molto diversi. Ora ho capito che quella poesia fu un reciproco saluto, fatto dai nostri rispettivi inconsci poetici, i quali avevano ben capito quello che la razionalità rifiutava, che il nostro cammino insieme su questa terra era finito. L’inconscio poetico è la parte più vera, più reale di noi stessi, inoltre esprimendosi attraverso la poesia diventa universale.

Ogni poeta ha una musa: qual è la tua fonte d’ispirazione?

Non ho mai avuto muse ma non amo la poesia italiana, preferisco gli spagnoli, Lorca, Jiménez o la Emily Dickinson, alla quale sono stata più volte avvicinata nello stile. Credo che gli italiani siano poco onesti nello scrivere, anche le nuove generazioni. Alle poesie in genere manca passione, luminosità, musicalità e originalità di visione.

Hanno avuto un particolare successo i tuoi libri su Moravia…

Ha avuto molto successo “Alberto Moravia il Profeta Indifferente”, grazie al quale ho vinto due premi, il Carver e il Nabokov. E’ stato presentato nella splendida cornice della Biblioteca Vallicelliana e da Stampa Romana, dal direttore Beatrice Curci. Alle presentazioni hanno sempre partecipato lo scrittore Renzo Paris, il docente universitario Angelo Fàvaro e la nipote di Alberto, Gianna Cimino. L’editore invece si è subito dileguato, ma il libro ha camminato con le sue gambe, ha corso da solo! Io mi diverto nel vedere come alcune mie cose, pur se bistrattate senza ragioni chiare, riescono ugualmente a ritagliarsi spazi importanti. Ad esempio “Cabricia e il serpente” è presente nel catalogo di molte biblioteche, anche universitarie, ho addirittura ricevuto una critica inaspettata di Giorgio Barberi Squarotti (scrittore, docente universitario, è considerato, per la poesia, tra i maggiori critici italiani). Squarotti mi ha scritto:”… la lettura della sua raccolta di versi è stata una straordinaria esperienza e le sono profondamente grato di avermene fatto dono, in questo scorcio gelido del nuovo secolo. La sua poesia è fervidamente inventiva e incisiva ed ha una forza meravigliosa di immagini…”. Bhe, sono davvero orgogliosa, tanto più se considero che questo libro fu ugualmente trattato dall’editore come una Cenerentola. Ad inizio 2014 è stato invece pubblicato da Aracne “La Roma di Moravia tra narrativa e cinema”, una prima presentazione è stata organizzata dal Comune di Roma (dall’assessore Flavia Barca, che ringrazio), a novembre ci sarà un grande evento che preferisco non anticipare. Il libro ha una bellissima postfazione di Angelo Fàvaro.

Quando e dove scrivi?

Il giornalismo e le sue problematiche portano via molto del mio tempo alla scrittura creativa, scrivo poco purtroppo e soffro perché mi rendo conto di perdere molte occasioni che non potrò recuperare.

Hai progetti relativi a nuove pubblicazioni?

Ho in cantiere altri due libri, uno di poesie ed uno legato agli Etruschi e agli studi di mio padre. Mio padre è stato un bravissimo poeta, uno scultore ed uno studioso della lingua etrusca e delle lingue antiche.

Il tuo amore per la cultura, la lettura e la scrittura ti hanno portata ad aprire una biblioteca speciale…

Quando mio padre è partito per quello che io spero sarà il suo viaggio più avventuroso e gratificante, intorno a me è rimasto il suo mondo, le decine di sculture in bronzo e ceramica, i 13 libri di poesia e i 5 di etrusco pubblicati, ma anche tantissimi testi di studio e una ricca documentazione archivistica. Ho deciso così di aprire le porte, di rendere fruibile alla collettività tutto il patrimonio, perché un artista non è né di se stesso, né della sua famiglia, ma è del mondo. A fine agosto sarà definitivamente attivata una biblioteca privata (aperta al pubblico), dico definitivamente perché stiamo ristrutturando adeguatamente i locali dopo una breve apertura. La Biblioteca Angelo Di Mario sarà collocata a Vallecupola di Rocca Sinibalda (Ri), luogo nel quale è nato e dove riposa, ma una seconda sede verrà istituita senz’altro a Poggio Mirteto (Ri), faremo in modo che in entrambi i luoghi sia fruibile il materiale. Contiamo di attrarre molti studiosi e studenti relativamente ad una sezione di etruscologia che ha in dotazione libri di grande valore didattico. Alla Biblioteca saranno affiancate numerose attività di tipo culturale, non solo legate a mio padre.

Link:

Blog di MARIA GRAZIA DI MARIO | Parole in Libertà …
mariagraziadimario.altervista.org/

mail: bibliotecadimario@libero.it
cell. 3473628200

siti: thefilmseeker.it e www.sabinamagazine.it

I giardini e le streghe di Celenia Ciampa

Vi presento una scrittrice che ho conosciuto per caso su aNobii e poi ho ritrovato su facebook. Ama la letteratura per bambini, ha scritto diversi libri per i più piccoli e… bhe, sentiamo cos’ha da dirci! 🙂

Chi è Celenia Ciampa?

Ciao! Innanzitutto grazie per aver deciso di intervistarmi, dimostrando così interesse e amicizia nei miei confronti. La prima cosa che mi viene in mente quando occorre che io mi presenti è che sono un’insegnante. Una caratteristica questa che descrive molto bene “la mia essenza”: mi riconosco pienamente nel lavoro che ho avuto la fortuna di incontrare, perché traggo le più grandi soddisfazioni dal rapporto con i bambini e dai percorsi di crescita che è possibile affrontare insieme a loro. Seguendo questa mia inclinazione ho approfondito gli studi diventando anche pedagogista clinico, conquistando nuovi strumenti per l’aiuto della persona che di volta in volta mi trovo davanti.

Perché questo nome così particolare?

Quando la mia mamma era una bambina, ha trovato questo nome in una fiaba di Giovanni Papini, “Il sogno di Celenia”; ne è rimasta così favorevolmente colpita da battezzare così la sua bambola e da conservarlo attraverso gli anni per la sua bambina in carne e ossa.

Hai scritto ben quattro libri per bambini: “Il figlio dell’orco e della strega”, “Natale in giardino”, “Le cronache del giardino” e “La strega e il segreto del Ladro”, tutti pubblicati come ebook da Siska Editore. Tutto è cominciato dal primo libro, inizialmente pubblicato in forma cartacea. Com’è cominciato tutto? Com’è nata l’idea della storia “Il figlio dell’orco e della strega”?

Credo che le storie e i loro personaggi se ne stiano nascosti nel loro mondo, parallelo al nostro, in attesa di saltare d’improvviso nella testa di qualcuno che abbia un orecchio attento per ascoltarli e dar loro vita nell’immaginazione di tante altre persone. A volte arriva una prima parte della storia ed è necessario aspettare tempo per scoprire come vada a finire. Bisogna saper osservare attentamente, avere pazienza, ascoltare. Non può esistere soltanto quello che vediamo, è questo uno dei messaggi principali delle fiabe. Riconoscere cosa c’è oltre permette di esserne narratori.

Dove e quando scrivi?

Con il termine dell’università il tempo che dedico alla scrittura è molto diminuito: la vita da adulti, la quale comprende il lavoro e la famiglia, lascia meno spazio di quello che potevo avere prima. Probabilmente sono in un momento della vita in cui preferisco ascoltare storie già ascoltate dalla fantasia di altri piuttosto che andare a scovarle. Precedentemente, non avevo un “dove e quando” precisi, tutto dipendeva da quando le storie avevano voglia di nascere.

Perché scrivi?

Ho sempre scritto, perché è una forma di comunicazione privilegiata, penso sia la prima che io abbia imparato a sfruttare al massimo.

Come mai hai scelto il formato e-book?

È una scelta nata dall’incontro fortuito, attraverso aNobii, con la mia editrice. Lei in quel momento stava per aprire Siska, la nostra casa editrice digitale, e io cercavo speranzosa un editore. Ne è nata un’amicizia, ciò che di più bello si possa sperare per un rapporto così particolare come quello che si crea fra editore e scrittore. Adesso collaboriamo anche insieme, il che mi fa moltissimo piacere.

Cosa vedi nel tuo futuro di scrittrice?

Lo vedo imprevedibile, come il mio futuro in generale. La creatività è un mondo particolare, misterioso, inavvicinabile dalla ragione. È impossibile conoscerne confini e portata, nessuna previsione!

Riferimenti:
Casa editrice: www.siskaeditore.it
La mia pagina: http://www.siskaeditore.it/index.php?mod=e_com&page=authors&type=authors&id=5
I miei libri:
http://www.siskaeditore.it/index.php?mod=e_com&page=catalog&portfolio=Celenia+Ciampa

Rita Salvadori tra colori e spiritualità

Qualche anno fa, avendo pubblicato la mia tesi di laurea con La Riflessione, mi sono vista recapitare a casa alcuni altri libri della casa editrice. Tra questi c’era una sorpresa inaspettata: il romanzo “Quando le ombre si fanno lunghe” di Rita Salvadori. L’ho ritrovata sul web e ho scoperto una persona piena d’interessi e molto profonda, come quel suo libro che scava nelle emozioni e nell’animo umano. E così ho deciso di presentarvi questa donna speciale che mi ha definita “un angelo del colore”.

Chi è Rita Salvadori?

Nasco in provincia di Mantova il 23 Maggio 1965 da una famiglia che per dote mi riempie di amore, di poesia e di musica. Il mio cuore è nutrito da subito con cibo per l’anima. L’anima è da sempre l’oggetto delle mie ricerche personali, quella zona piena di mistero e di colori sconosciuta ai più. Conseguo due lauree: una in Materie Letterarie e l’altra in Lingue e Letterature Straniere. Attualmente sono docente di Lingua inglese presso il Liceo Artistico di Cremona, città in cui risiedo.
Amo esprimermi anche attraverso il canto. Ho fondato un coro gospel, gli Hallelujah Singers. Se ripenso alle cose veramente importanti, quelle cioè che hanno impresso una direzione alla mia vita, penso soprattutto ad alcuni incontri con persone che, al momento giusto, mi hanno aperto gli occhi sul mondo reale… e il mondo reale non è quello che vediamo ma è tutto ciò che va oltre, tutto ciò che è impalpabile, in una parola il mondo spirituale.
In due parole, questa credo sia Rita Salvadori… almeno per il momento.

Com’è nata l’idea del tuo primo romanzo “Quando le ombre si fanno lunghe”?

“Quando le ombre si fanno lunghe” è il mio primo figlio nato nel 2010, in un momento di grande apertura ai piani più fini dell’intuizione. Non so come è nato precisamente, poiché esso ha bussato con prepotenza alla mia porta per entrare sulla pagina scritta. Racchiude una storia tenera di incontri, di ritrovamenti e quindi d’amore. I personaggi – Maddalena, Irene, Don Marcello e Jonathan – si incontrano su un cammino di ricerche spirituali che, alla fine del romanzo, porteranno alla verità con un colpo di scena… Io sono un po’ Maddalena e un po’ Irene, ovviamente.

Dove e quando scrivi?

Scrivo a casa mia, dove vivo da sola, quindi in una situazione di benedetta solitudine e tranquillità. Vicino a me, assolutamente, ci devono essere i miei amici dall’animo puro: i miei cagnolini! Mi danno serenità e gioia, due cose necessarie ad uno scrittore.
Quando scrivo? Scrivo quando il canale benedetto dell’intuizione è ricettivo, quando sono vicina a me stessa, quando sono nel cuore e vedo le cose chiaramente. Scrivo quando ho qualcosa di nuovo da comunicare.
I miei due romanzi – “Quando le ombre si fanno lunghe” e “La soffitta zia Jole” – contengono idee nuove sulla vita, sulle cose e sulla gente.

Avevi in programma un secondo libro o è stato inaspettato?

Il mio secondo romanzo, “La soffitta di zia Jole”, pubblicato nel 2012 da Tapirumè, arriva come un fiume in piena e travolge le mie giornate di creatività. Ricordo i momenti di scrittura come i miei momenti più felici, quelli in cui ci si sveglia con una direzione da seguire. Questo secondo romanzo rappresenta una novità assoluta nel panorama letterario. È innovativo sia dal punto di vista della cornice narrativa, sia dal punto di vista grafico…. È una storia a colori, nel senso che sulla pagina il lettore si troverà di fronte a quattro colori diversi: ogni colore rappresenta una voce narrante e ogni voce narrante vive in una dimensione sensoriale staccata dal resto dei personaggi.

Cosa racconta “La soffitta di zia Iole”?

Anche in questa storia magica e irrazionale i personaggi sono quattro: Zia Jole, una pittrice mistica e misteriosa, Annie e Jeremy, due fratellini affidati alle sue cure, e infine Joseph, pittore affascinante che vive in un faro abbandonato ed è detentore di un grande segreto… Questo romanzo non è per tutti, ovviamente. Solo i lettori che sono in grado di vedere i colori della Vita potranno compiere questo viaggio impalpabile e delicato.

Cosa vedi nel tuo futuro di scrittrice?

Il mio futuro di scrittrice? Quando nella mia vita tornerà il vento delizioso del sogno e della fantasia, ricomincerò a scrivere. Per il momento, credo di aver chiuso il capitolo intitolato: “Rita Salvadori, la scrittrice”.

Un mondo di auguri alle mamme di ieri e di oggi

Un mondo di auguri alle mamme felici,
A quelle che al burro aggiungon le alici,
A quelle che vanno ogni sera in palestra,
Che hanno in cucina una stretta finestra,
Auguri alle mamme già stanche al mattino,
Che sempre sorridono al loro bambino,
Auguri alle mamme che vanno a lavoro,
Che non hanno tempo di avere ristoro,
Felice giornata alle mamme all’antica,
Che sanno distinguere rucola e ortica,
Auguri alle mamme, perché han fantasia,
Vicine, lontane e anche alla mia.

Le 10 cose che non devi fare mentre sto leggendo

1. Non mi parlare! Non devi cominciare nessun discorso mentre sto leggendo! Se parli sottovoce è la stessa cosa, non è che mi disturbi di meno! E non puoi neanche farmi una domanda, no, nemmeno una semplice, no, neanche chiedermi che ore sono, no, neanche chiedermi cosa sto leggendo!

2. Non mi dire che potrei usare un dispositivo elettronico al posto del libro che ho tra le mani, perché solo un libro di carta ha un odore, un suo peso, una particolare consistenza e una sua unicità!

3. Non rompere, se siamo al mare o in montagna, sostenendo che dovrei abbronzarmi invece di leggere! Abbronzarsi fa invecchiare la pelle, leggere mantiene giovane la mente!

4. Spero vivamente che non mi arrivi una tua telefonata a casa o al cellulare mentre sto leggendo, perché ti liquiderei in cinque minuti!

5. Non accendere la radio o la tv mentre sto leggendo!

6. Se stiamo a letto, io sto leggendo e tu vuoi dormire, spegni la lampada dal tuo lato ma non avvicinarti alla mia!

7. Che sia mattina presto, tarda sera, notte fonda o pomeriggio, che siamo in aereo, in treno o in autobus, evita la frase: “Ti sembra questo il momento di leggere?”.

8. Quando leggo, evita di fissare sia me che il mio libro!

9. Non ti azzardare a dirmi che hai visto il film e sai come andrà a finire la storia che sto leggendo, perché io voglio terminare il libro per saperlo!

10. E no, no, no, non pensare neanche di propormi di venire al cinema con te, così mi risparmierei ore di lettura, perché ti chiudo fuori casa!

Divento aggressiva quando leggo? 😉 

Il sapore dei libri

Ogni libro ha un sapore diverso. Ce n’è una pila sul mio comodino. A seconda del sapore che si vuole assaggiare, basta prenderne uno e dare un morso. Ci sono le favole dolci e quelle salate, storie paurose dal gusto speziato e piccante, libri amari che raccontano di vita vissuta e pagine dal gusto fruttato che danno consigli di vita. Qualsiasi sia il sapore che avete in bocca, nella mente e nel cuore in questo momento, vi auguro una buona lettura!

Io, addormentarmi mentre sto leggendo un libro?

No, dico, ma come si fa? Come ci si può addormentare a letto con un libro aperto? Come si fa ad addormentarsi mentre si legge? È come addormentarsi mentre si sta parlando con qualcuno!

Se ti viene sonno mentre stai leggendo, metti il segnalibro, chiudi il libro e comincia a dormire! Perché continuare a tenere il libro aperto e perseverare nella lettura, quando si è consapevoli che il sonno ha ormai preso il sopravvento?

Addormentarsi davanti al televisore è diverso: un conto è la tv, un altro è un libro! Leggere un libro è un piacere, è una passione, è come dipingere un quadro o preparare un dolce: ognuno ci mette del suo. Un libro si assorbe, si assimila, si conosce leggendolo. È come addormentarsi mentre una persona ci sta raccontando la sua storia. Meglio dire: “Scusami, sono troppo stanco, a domani”.

Chissà quanti libri “scuoteranno la testa”, o meglio le pagine, vedendoci addormentati e sfiniti davanti a loro! Magari sorridendo, comprensivi e amorevoli, tra le pagine… 😉