Pensieri su… “La lacrima nel sigillo e altri racconti”

 A volte capita che sia un libro a chiamarci, non noi a sceglierlo. Per me è stato così con “La lacrima nel sigillo e altri racconti” di Henry James, a cura di Floyd R. Horowitz (Oscar Mondadori). Passavo spesso in una grande libreria e attraversavo lentamente il corridoio dei classici. All’improvviso, sono stata chiamata silenziosamente da questo libro. Mi sono voltata a destra ed era lì, sullo scaffale bianco. Ne vedevo il dorso e l’ho tirato fuori: mi è subito piaciuto. Però non l’ho acquistato immediatamente, visto che ho sempre tanti libri ancora da leggere che aspettano una serie di pile… Quando sono tornata in quella libreria, sono andata a vedere se il mio amico libro fosse ancora lì: è c’era! Sono tornata diverse volte e lui era ancora lì, ad aspettare me… Poi sono tornata in libreria per l’ennesima volta e ho deciso di non fermarmi alla lettura di qualche riga ma di leggere almeno una pagina. Ho aperto il libro a caso e le pagine si sono aperte dove cominciava il racconto “La bella del paese”. Ne ho letto un pezzo e mi è subito piaciuto. Allora mi sono decisa: dopo tante insistenze l’ho acquistato, il libro è venuto a casa con me. 

Una raccolta unica di racconti di Henry James, da quello scritto in giovanissima età a quelli scritti sotto pseudonimo per svariati giornali. Ogni racconto è preceduto da un’introduzione che lo riguarda.

Non ho riconosciuto in questi racconti il James di “Il giro di vite”. In questi racconti si parla spesso di matrimonio, giovani ragazze un po’ civette, galantuomini, innamoramenti e di come una brava donna dovrebbe essere. A volte la lettura diventa un po’ pesante, le descrizioni si allungano, ma questi racconti sono in grado comunque di interessare il lettore. Anche se potrei definirli piuttosto moralisti e con una visione rigida da parte di chi scrive sul comportamento che i protagonisti dovrebbero tenere, le donne in particolare. Ma bisogna considerare che siamo in un’altra epoca, nell’Ottocento, e che comunque certi valori sono rimasti gli stessi ancora oggi. 

Questo volumetto ha un odore tenue e dolciastro, che riporta immediatamente all’epoca in cui è ambientato. 

Vi consiglio di leggere “La lacrima nel sigillo e altri racconti” d’inverno, magari davanti al camino, per ritrovarvi in qualche modo catapultati in un’atmosfera ottocentesca. Questa raccolta è una chicca.

Pensieri su… “Era una famiglia tranquilla”

“Era una famiglia tranquilla” di Jenny Blackhurst (Newton Compton editori). Un thriller uscito a gennaio 2017 che tiene incollato il lettore fino all’ultima riga. La storia è come la crostata al cioccolato che vedete nella foto (preparata dal Ratatouille romano che ormai conoscete), che ho gustato nel corso della lettura: parte dal centro con una storia drammatica e poi ti trascina come in un vortice, allargandosi sempre di più con dettagli e storie del presente e del passato. 

La protagonista è Susan: una donna bella e felice che ha appena avuto un bambino da suo marito Mark. Ma viene accusata di aver soffocato il suo bambino, Dylan, anche se non ricorda niente. Finisce in un istituto psichiatrico, dove incontra Cassie, che diventerà la sua migliore amica. Ma perde i contatti con suo padre e con Mark. Quando lei e Cassie escono dall’istituto, Susan riceve una foto di suo figlio ormai cresciuto. E se fosse ancora vivo? Impossibile. Oppure no? Poi piomba a casa sua Nick, che ammette di essere un giornalista e la aiuta nelle indagini. Intanto Susan torna a trovare Mark nella loro vecchia casa, incontra il suo avvocato, Rachel, e riallaccia il rapporto con suo padre. Forse è stato lui a mandarle la copertina di Dylan… La storia diventa sempre più intricata e il passato si fonde con il presente. Qualcuno segue Susan, la fotografa e la minaccia. Ma chi? Può fidarsi di Nick e Cassie? E di suo marito? E del suo avvocato? E di se stessa? Forse è lei stessa che, senza ricordarsene, ha devastato casa sua e quella di Nick o che ha messo nell’album di Dylan delle strane foto… 

Parallelamente si svolge una storia nel passato, che ha come protagonista Jack, un giovane perverso, e un suo amico che viene soprannominato Shakespeare. Ma chi è davvero?

Alla fine tutto acquista un senso. L’epilogo della storia è incredibile. Ma paradossalmente verosimile. E tutto torna a posto perfettamente, come nel cerchio della crostata.

Pensieri su… “Amore, zucchero e caffè”


Che dire? Non è assolutamente il mio genere ma si è rivelato una lettura piacevolissima e ricca di sorprese. Un libro che mette allegria, ottimismo e appetito! È “Amore, zucchero e caffè” di Daniela Sacerdoti, uscito il 19 gennaio 2017 con Newton Compton editori.

La protagonista è Margherita, che con suo marito Ash ha adottato Lara, una bambina con un difficile passato che è ormai un’adolescente.

Leo è il loro figlio biologico e inaspettato, un bimbo di tre anni arrivato quando Margherita aveva 35 anni.

Ash ha avuto difficoltà a trasformare il suo rapporto di coppia in una famiglia. È un uomo singolare ma in senso negativo.

Lara intanto è vittima di bullismo a scuola, quel genere di bullismo che sembra leggero ma non lo è: i compagni di scuola postavano sui social delle vignette che la raffiguravano e la prendevano in giro. È un’accanita lettrice, sogna di fare la scrittrice ed è una ragazza speciale.

Questo libro ci insegna che la vita cambia e cambiano i rapporti umani.

L’immagine che vedete qui sopra è stata scatta in corso di lettura, quando il nostro ormai noto Ratatouille romano ha preparato un ciambellone con gocce di cioccolato e una crostata alla marmellata di ciliegie (la marmellata però l’ho fatta io la scorsa estate).

Il libro di ricette di Margherita, scritto dalla nonna, mi ha ricordato le ricette scritte da mia nonna, tramandate di generazione in generazione.

E poi il magnifico luogo dove si svolge la maggior parte della storia: Glen Avich. Da Londra Margherita si trasferisce per l’estate con i figli nella meravigliosa e fredda Scozia. Lì vive la madre di Margherita con il suo compagno e insieme sono proprietari del bar La Piazza; l’anziana signora ama mettere delle lucine nelle stanze, un po’ come a Natale. È una cosa deliziosa, soprattutto quelle sul camino.

A Glen Avich c’è anche Torcuil che abita nel grande castello di Ramsey Hall… 

E poi, dulcis in fundo, il soprannaturale. È questo il tocco magico inserito nel libro. E ci si incastra alla perfezione.

L’atmosfera di questa storia è così familiare, sembra di far parte della famiglia. Sembra che tutto sia possibile. Un libro leggero e profondo allo stesso tempo che dipinge un bel quadro familiare e mostra la vita da un’altra angolazione. Straconsigliato!

Tra le mani “L’aviatore delle fiabe”


Un libro di racconti per bambini che contiene anche il mio: il volume s’intitola “L’aviatore delle fiabe” (MonteGrappa Edizioni 2016). Tra le numerose storie c’è anche la mia “Il castello dei fiori d’arancio”, ambientata nel mondo delle Quadrobambole.

Il libro mi è arrivato per posta qualche giorno fa, insieme all’attestato che mi identifica come finalista della prima edizione del concorso nazionale di favole “L’aviatore delle fiabe”. Mi ha fatto piacere. 

E così si aggiunge un altro tassello al mio mondo quadrettato.

Pensieri su… “Il gioco del male”

“Il gioco del male” (2016) di Angela Marsons è un gentile dono ricevuto da Newton Compton Editori per il “Club dei lettori”.

Ho cominciato questo libro trovandolo un po’ pesante nei temi. Poi però la trama prende forma e si comprende di essere su un doppio binario: quello di Kim, detective dal difficile passato con corti capelli corvini e occhi scurissimi, e Alex, affascinante psichiatra bionda con gli occhi azzurri che spinge i suoi pazienti a commettere omicidi. Dopo il caso della giovane Ruth che uccide l’uomo che l’ha brutalmente violentata, le due donne s’incontrano. E Alex comincia a provare uno strano interesse per Kim, e viceversa.

Farò un po’ di spoiler ma poco: non voglio rovinarvi le sorprese. Siamo in Inghilterra e si sente. Si parla dei goblin che infestano le miniere e si legge di foto alle pareti con i componenti della famiglia, una caratteristica delle case inglesi. Preferisco i thriller scandinavi ma sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo libro. La copertina non mi entusiasma ma ho ricevuto questo libro per il “Club dei lettori” e ho cominciato a leggerlo. Senza aspettative. E l’inizio è stato pesante: un uomo arrestato per pedofilia e una donna violentata che diventa l’omicida del suo aggressore. Ma ho continuato a leggere, perché nonostante la brutalità della storia, si tratta per la maggior parte di un thriller psicologico. Alex è una sociopatica e cerca di spingere persone con dei problemi a uccidere senza provare rimorso. Quando Kim si rivolge a quello che era stato il suo psichiatra, c’è un interessante dialogo che descrive chi è un sociopatico (e si capisce che l’autrice ha studiato). Bellissimi i duelli di parole tra Kim e Alex. E lascia a bocca aperta il modo in cui Alex spinga i suoi pazienti a fare del male, senza essere ufficialmente coinvolta. Kim cerca di smascherare Alex e intanto di risolvere il caso del padre pedofilo, che nel buio seminterrato non era solo… Intanto Alex continua a mietere vittime, e per vittime intendo anche i carnefici. Finale col fiato sospeso nell’ultimo scontro fisico e verbale tra le due donne, seguito dalla risoluzione del caso. Ho apprezzato molto il cane Barney: un tipo speciale, come le sue idee. Le ultime righe sono piene di tenerezza e speranza. Bello. Assolutamente da leggere. 

Non ho letto il precedente “Urla nel silenzio”, che ha sempre come protagonista la detective  Kim Stone, ma mi riprometto di farlo. 

Alla fine del libro c’è una lettera dell’autrice.

Vita da blogger – Incontri con l’editore

Difficile descrivere in poche parole la bella giornata passata il 13 gennaio presso la casa editrice Newton Compton a Roma. Ho potuto parlare con tante persone amanti della lettura e conoscere in anteprima molti libri in uscita della casa editrice. 

Tra le numerose novità letterarie della Newton Compton, ecco quelle che mi hanno interessata maggiormente.


“Madame Claudel è in un mare di guai” di Aurélie Valognes. In uscita il 9 marzo 2017. È la storia dell’anziano burbero Ferdinand Brun, di 83 anni, che sarà costretto ad accettate l’aiuto della sua vicina, madame Claudel, che di anni ne ha 93. A scalfire il muro che lo circonda sarà Juliette, la figlia dei vicini.


“Fellside – La prigioniera” di M.R. Carey. Jess si sveglia in ospedale piena di ustioni e viene accusata di aver appiccato lei l’incendio che l’ha mandata in ospedale. Non ricorda niente e finisce in prigione. Finché non le appare il fantasma del bambino morto nell’incidente…


“La ragazza nel giardino del tè” di Janet Mac Leod Trotter. L’India, l’Inghilterra, gli anni Trenta, la Seconda Guerra Mondiale: è la vita dell’indiana Adela Robson.


“La donna della porta accanto” di Mel Sherratt. Un interessante thriller.


“Una coppia quasi perfetta”, thriller di Nina Sadowski. Ellie Larrabee ha una vita perfetta, finché scopre che suo marito ha un oscuro passato…

Mi hanno interessata anche il thriller “Era una famiglia tranquilla” di Jenny Blackurst (uscito il 12 gennaio 2017) e “Amore, zucchero e caffè” di Daniela Sacerdoti (in uscita il 19 gennaio 2017). E poi hanno attratto la mia curiosità altri tre volumi: “Alla scoperta dei segreti perduti della Sicilia” (novembre 2016) di Clara Serretta, “La macchina del tempo – L’isola del dottor Moreau” di H.G. Wells (gennaio 2017) e “Il misterioso caso di Charles Dexter Ward” (gennaio 2017) di Lovecraft.

Non finirò mai di leggere!

Pensieri su… “L’imprevedibile destino di Emily Fox-Seton”

Prima di tutto ringrazio l’editore Astoria per avermi regalato “L’imprevedibile destino di Emily Fox-Seton” di Frances Hodgson Burnett. È un piccolo tesoro che consiglio a tutti di leggere: scorrevole, drammatico, intenso, realistico. Bello. Pubblicato per la prima volta nel 1901, è uscito quest’anno edito da Astoria.

Mi sono ritrovata a leggere questo libro in contemporanea con l’ultimo racconto della raccolta “La lacrima nel sigillo e altri racconti” di Henry James. Proprio in quel racconto la protagonista, Sylvia, si sente come la giovane di “La bella e la bestia”. È in una casa meravigliosa piena di cose preziose con un uomo ricco e barbuto che quasi non conosce. Nel romanzo della Burnett, Emily guarda la sua nuova è immensa casa come se fosse il castello della Bella Addormentata. Due riferimenti alle favole in due storie diverse. Ma il dato comune è che le donne protagoniste sposano un uomo più grande e ricchissimo che si prenderà cura di loro per la vita. Sylvia era di buona famiglia ma aveva perso tutto; Belle non era ricca e trova la sua fortuna. La Bella Addormentata sposa un principe, essendo una principessa; Emily era di nobili origini ma caduta in disgrazia. In ogni favola la protagonista, che sia una principessa o che sia povera, trova sempre un principe ricco che le donerà tutto, a cominciare dal castello. E così le favole entrano nella letteratura d’autore e racconti e romanzi le citano.

— Spoiler —

Parlando in particolare di questo libro, devo ammettere che la Burnett non si smentisce mai! Protagonista assoluta è Emily Fox-Seton: povera ma bella nel suo genere, alta e con bei capelli scuri. Emily fa i salti mortali per sopravvivere e non chiede niente a nessuno. Ma un giorno la sua vita cambia: inaspettatamente un marchese sceglie lei come moglie! Le pretendenti erano bellissime fanciulle ma Emily ha il fascino di una donna di 34 anni e dimostra una grande abnegazione nel lavoro. Il marchese sceglie lei. E comincia così la seconda parte del libro. Emily si sposa e diventa Lady Walderhurst. Va a vivere in un’elegante dimora di campagna. Ma comincia a farle pena l’uomo che sarebbe stato erede della fortuna di Lord Walderhust se lui non si fosse sposato: Alex Osborn. Emily prova pena per lui e per sua moglie Hester, per metà inglese e per metà indiana, che non versano in buone condizioni economiche e vengono dall’India. Li invita in un cottage poco distante dalla sua villa. Lord Walderhurst non li sopporta e, accettando un impegno di rappresentanza, parte per l’India. Hester Osborn rimane incinta ed Emily invita i due nella sua casa. E scopre di essere incinta anche lei. Intanto, strane cose cominciano ad accadere… Incidenti che potrebbero portarla alla morte! Ma Emily sospetta che siano stati provocati dai suoi ospiti, in particolare da una nativa indiana che assiste Hester. Decide di chiedere al marito di tornare ma lui è malato in India. Allora Emily scappa da casa sua e si rifugia a Londra. Lì fa nascere suo figlio, aiutata da Jane Cupp, la sua fedele assistente, e da sua madre: due donne che facevano parte della vita di Emily anche quando era povera. Ma quando Lord Walderhurst riesce finalmente a tornare, trova Emily in fin di vita e con un bambino nella culla. Riesce a farla svegliare da un profondo sonno pronunciando incessantemente il suo nome. Intanto gli Osborn hanno avuto una bambina e sono tornati in India, dove Alex muore per uno strano incidente: si spara per errore con un fucile che credeva scarico. Emily fa tornare Hester a vivere vicino a lei, insieme a Lord Walderhurst e ai suoi due bambini. Alla fine del libro, Hester confessa a Emily di sospettare della sua serva nativa: forse quello di suo marito non era stato un incidente. Perché, da quello che si evince nel libro, i nativi fanno così: fanno passare per incidenti fatti che sono loro a provocare. Inquietante.

Un romanzo che poteva essere piatto e scialbo, con la penna della Burnett diventa interessante, pieno di risvolti e considerazioni. I personaggi sono tutti ben tratteggiati e non si può non amare Emily. Una donna semplice che sa cosa significhi essere indigente. Emily non è perfetta e proprio questo la rende in qualche modo vera. Aiuta tutti ed è capace di provare affetto sincero verso gli altri. Anche quando era povera non invidiava i ricchi; anzi, lavorava per loro con dedizione. Diventata ricca, non ha dimenticato i suoi amici e ha aiutato chi aveva bisogno. Un esempio per tutti. Un libro assolutamente da leggere.

Pensieri su… “Harry Potter e la maledizione dell’erede”

Rituffarmi nel mondo di Harry Potter e per di più nel periodo natalizio è stato più che un regalo di Natale! “Harry Potter e la maledizione dell’erede” (Salani Editore) è uscito a settembre 2016. Stavolta si tratta di un’opera teatrale scritta da J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne. Un libro troppo breve. Sono entrata e uscita da Hogwarts troppo presto e ne ho un’enorme nostalgia! È stato come accendere un fiammifero e vederlo spegnersi troppo presto.

Come segnalibro, ho usato il biglietto del cinema di “Animali fantastici e dove trovarli”, che sono andata a vedere lo scorso novembre.

Il libro può sembrare lungo ma non lo è affatto. Si tratta di dialoghi, scene, battute che non occupano completamente le pagine. Il testo si legge molto velocemente e sembra proprio di stare a teatro. Se volete immaginarlo così. In qualche scena io ho usato la fantasia per vedere i personaggi immersi nel loro mondo, facendo scomparire il palco e la platea. Mi sono chiesta come siano stati realizzati gli effetti speciali: il fuoco, il lancio degli incantesimi, l’Expecto Patronus… E poi Albus Severus e Scorpius sotto il mantello dell’invisibilità… In un film è un conto ma a teatro?

Ho letto sul web che la Rowling avrebbe chiesto ai lettori di non rivelare la trama. E io, da parte mia, non voglio certo rovinarvi la sorpresa! Vi dico che questa volta i protagonisti sono Albus Severus, il secondo dei tre figli di Harry Potter e Ginny Weasley (insieme a James e Lily), e Scorpius Malfoy, il figlio di Draco. Albus non ha un buon rapporto con suo padre, perché vive male il continuo confronto con Harry Potter. Quando parte per studiare a Hogwarts il loro rapporto non è ancora del tutto crollato. Ma poi Albus fa amicizia sull’ormai famoso treno proprio con Scorpius, che nulla ha a che vedere con l’antipatico padre. Di Scorpius si dice che sia il figlio segreto di Voldemort e tutti lo evitano, ma non Albus. Non lo sopporta nemmeno Rose Granger Weasley, cugina di Harry e figlia di Ron e Hermione. I due ragazzi diventano invece grandi amici, mentre il rapporto tra Albus e Harry peggiora.

Ormai non c’è più da salvare il mondo da Voldemort ma Albus vuole tentare una sua avventura. E sta qui la differenza con suo padre: Harry ci si è trovato nelle sue avventure, non poteva far finta di niente, ma non se la andava certo a cercare. E Albus e Scorpius rischieranno di combinare dei grossi guai… 

Finché poi i due ragazzi si ritroveranno, loro malgrado, a dover vivere una nuova avventura. Ma saranno costretti a chiedere aiuto agli eroi di sempre, più uno… E Harry Potter ammetterà in quest’ultimo difficile scontro che non ha mai combattuto da solo e per questo ha sempre vinto.

I nomi di alcuni protagonisti sono stati cambiati rispetto alla versione italiana a cui i lettori sono abituati, lasciando quelli originali. E la traduzione non sempre mi è piaciuta.

Pensavo che sarei rimasta delusa da questa pièce scritta a tre mani e invece mi è piaciuta molto. Sarebbe un sogno vederla a teatro…

Pensieri su… “Zagazoo”

“Zagazoo” di Quentin Blake è un gentile regalo della casa editrice Camelozampa. Un libro meraviglioso uscito quest’anno. Quando il postino ha suonato al citofono e ho visto il pacchetto, ho capito subito di cosa si trattava! Una vera meraviglia a copertina rigida!

Ebbene sì: ci ho messo poco a leggerlo, si tratta di un libro illustrato per bambini con un testo scritto a caratteri grandi, inframezzato da delicate illustrazioni. Un tesoro firmato Quentin Blake!

La storia è molto carina da far leggere ai bambini o da condividere ad alta voce con loro. Ma Quentin Blake ci dà di più. Una storia divertente per un bambino ma che può far riflettere e commuovere veramente un adulto.

Protagonista è una coppia che un giorno riceve in dono “Zagazoo”, un bambino che nelle fasi della vita prende la forma di vari animali (come un avvoltoio urlante o un cinghiale) e crea piccoli problemi nella tranquilla vita di coppia dei due. Poi un giorno Zagazoo, quasi un uomo, si trasforma improvvisamente… In pratica, diventa come i suoi genitori. Ma il tempo passa… Zagazoo è diventato un adulto ma cosa accadrà ai genitori con il trascorrere del tempo?

Una metafora della vita e della nostra condizione fisica. Siamo bambini e cinghiali che rompono tutto e poi anziani e… lo scoprirete!

L’importante è avere accanto le persone che amiamo, che si prenderanno cura di noi, qualsiasi forma e comportamenti assumeremo. Si chiama amore. Si chiama vita. Leggetelo, è un libro tenerissimo. E forse il messaggio è talmente profondo e sottile da essere più adatto agli adulti che ai bambini; perché i piccoli rideranno e si divertiranno a leggere questa divertente storia ma solo più in là ne apprezzeranno il vero significato.

Pensieri su… “Natale su tutti i piani”

Un dolcissimo libro per bambini “Natale su tutti i piani” di Marie Aude Murail, illustrato da Boiry (Camelozampa 2016). Un tesoro, una chicca. Un romanzo per piccoli lettori che non è scontato come potrebbe sembrare.

Ho cominciato a leggerlo pensando che il Natale avrebbe risolto tutti i problemi ma mi sbagliavo. La trama è tutt’altro che scontata. Una giovane sarta, Jeanne, si occupa del fratellino malato Hugues. Il bambino vorrebbe tanto leggere ma lei non glielo può insegnare, perché è analfabeta. Conoscono solo qualche lettera. La ragazza, che vive all’ultimo piano di un palazzo con il fratellino, lavora per una ricca signora che vive ai piani bassi. E lì, vedendo che il figlio della donna getta un libro un tavolo, ne approfitta per nascondere un secondo volume che cade per terra. Ma di che libro si tratta? Suo fratello apprezza molto quel regalo, anche se sospetta il furto. Ma Jeanne ha paura di essere scoperta. E comunque lei e il Hugues non sanno leggere: cosa se ne faranno?

Al piano sotto al loro vive un ragazzo. Come si chiami e cosa faccia nella vita sono misteri per Jeanne. Si salutano e grazie a quel libro cominciano a parlare, perché il giovane sa leggere. Poi Jeanne prende una drastica decisione riguardo al libro e si trova a dover affrontare un terribile Natale, quello che crede l’ultimo per suo fratello. Per fortuna c’è una persona che ha delle competenze inaspettate… 

Una storia che descrive l’amore per lettura e per la scrittura. E ci vuole insegnare che non bisogna dare per scontate queste competenze che tanto ci semplificano la vita. Questo non è un racconto di fantasia ma sulla dura realtà ottocentesca, ottimamente descritta anche attraverso illustrazioni che mostrano gli abiti dell’epoca e gli interni delle case. L’atmosfera è magica e l’ambientazione ricorda Dickens.

Ma questa non è una storia sul Natale: solo che sarà proprio il giorno di Natale a dare una svolta positiva alle vite di tre persone. Però non fatemi svelare altro. Una favola che sono sicura i bambini apprezzeranno. E anche i grandi. Da leggere.