Quando i “mi piace” misurano la stima che hai di te

Foto, foto, foto e foto che ritraggono donne e uomini che in ogni modo cercano di essere belli… o, meglio, di dare il meglio davanti alla fotocamera del cellulare. Foto postate su Facebook. E poi l’attesa: “Quanti “mi piace” riceverò? Se sono tanti, mi apprezzano in tanti; se sono pochi, forse devo dimagrire qualche chilo o truccarmi meglio… L’avevo detto che quello non è il mio lato migliore!”. Forse dovremmo renderci conto del fatto che i “mi piace” vengono spesso dettati dall’amicizia, dall’amore, dall’affetto e non solo. Si mette “mi piace”, perché tanti altri lo hanno messo, perché non vogliamo far sembrare che invidiamo qualcuno ignorandolo, perché ci capita per caso quella foto e clicchiamo, perché la foto ritrae un momento importante o magari perché davvero ci piace quella foto. E non si mette mi piace per altrettanti motivi: non ci piace la persona ritratta, lei/lui non mette mai “mi piace” alle nostre foto e quindi non lo facciamo neanche noi, o più semplicemente quella foto non ci piace. Ma la percezione della nostra bellezza, della nostra amicizia con qualcuno, del nostro valore o della stima che abbiamo per noi stessi non può dipendere da questo! Lo sapete quanti falsi mettono “mi piace” e poi parlano continuamente male di noi? E quanta gente vede tutte le foto dei nostri successi ma ci ignora volutamente per pura invidia? O quanti amici davvero non hanno visto la foto di un nostro momento importante? La falsità che regna in Facebook, mondo in cui si può dire “Io non l’avevo visto”, è disarmante; quello stesso regno in cui basta un “mi piace” per dimostrare l’amicizia!

Il pallino rosso

Non ci prendiamo in giro. Quando su facebook compare il pallino rosso vicino alla bustina, magari con il numero due o tre, la nostra curiosità monta e ci chiediamo: chi sarà? 🙂 Poi magari è la solita amica che ci scrive su facebook per avere una ricetta o lo sconosciuto di turno che chiede a ogni esemplare femminile umano presente sul web come sta.
Ma c’è quel qualcuno che ha visualizzato il nostro precedente messaggio, e noi abbiamo letto in quale giorno e a quale ora, ma poi non ha più risposto. E magari non siamo neanche convinte che lui ci piaccia ma l’ebbrezza di ricevere posta da un possibile “lui” ci elettrizza! Certo, con la posta ordinaria era tutto più romantico: l’odore e il colore della carta, vedere la sua scrittura, tenere sul cuscino la sua lunga lettera… Ma era anche tutto più lento! Adesso le e-mail e i messaggi nella posta dei social network sono immediati. Ma anche molto più brevi… Se ne mandano a decine e a volte neanche ci si capisce bene… E capita di rimanere appesi a quell’ultimo messaggio, perché magari per l’altra persona il discorso era finito, o era solo un contattarsi in una impersonale chat, una cosa di nessuna importanza, mentre per noi era bello ricevere attenzioni… A chi non piace? Poi però c’è la realtà. Lui dal vivo ci interessa ancora? O era solo un metodo immediato per placare la solitudine con un pallino rosso?

Una finestra su noi stessi

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Carrie Bradshaw scriveva la sua rubrica con un portatile nero, davanti a una finestra che si affacciava su Manhattan. Così mi sono chiesta: io, che mi sono ispirata a lei per questo blog, dove sono?

Sono in un altro continente, sono in un posto tranquillo immerso nella natura, sono davanti a una finestra che si affaccia su prati verdi. Già. Eppure, gli interrogativi sono sempre gli stessi. Ho cominciato a scrivere, riflettendo sui comportamenti delle persone che mi vedo intorno e anche sui miei. Errori, interrogativi, progetti. Il lavoro, la famiglia, gli amici. L’amore. Quell’amore che ci riporta sempre alla tabula rasa di un’adolescenza senza esperienze. E noi sempre a dirci: lo sai già com’è, dovresti aver imparato qualcosa!

E allora dov’è il problema? Quando si sbaglia sul lavoro, s’impara. Anche negli affetti è così: si cerca di venirsi incontro. Si cerca di capire la propria famiglia e di accettare gli errori degli amici. Ma non è così per l’amore, quell’amore verso la persona con la quale vogliamo condividere la vita. A qualsiasi età, finiamo per dimenticarci delle nostre esperienze passate, innamorandoci e finendo per non capirci più niente. Innamorarsi non ha niente di logico. Perché chi è innamorato ha il cervello offuscato e vede il mondo attraverso lenti rosa. L’errore, infatti, non sta nell’innamorarsi e lasciarsi prendere dalle proprie sensazioni; in questo non c’è niente di male, niente di sbagliato. Quello che si può modificare dalle proprie esperienze in amore è il nostro comportamento nei confronti di noi stessi, non della persona amata. Se siamo assillanti, questo è un aspetto che sicuramente caratterizza anche la nostra vita. Se siamo gelosi, magari lo siamo anche dei nostri amici o delle nostre cose. E magari la gelosia dipende direttamente dall’insicurezza, un’insicurezza che abbiamo nella vita. Se cambieremo in meglio il rapporto con noi stessi, cambieremo anche quello con la nostra metà.
Dal modo in cui portiamo avanti le nostre storie d’amore, dai modelli che si ripetono, dai comportamenti che ci logorano, possiamo imparare molto su noi stessi. Sono queste le cose che dovrebbero cambiare. In noi. Per noi. Così, cambierebbe anche il nostro rapporto con gli altri e con la persona amata. Vivremmo meglio.
Poi, innamorarsi della persona sbagliata, di quella persona che credevamo in un modo e invece si rivela tutt’altro, fa parte del gioco.

Il modo in cui gestiamo le nostre storie d’amore è una finestra su noi stessi.

La mattina, il primo settembre, il primo dell’anno

 La mattina, il primo settembre, il primo dell’anno. Tutti nuovi inizi, tutte spinte al cambiamento.

La mattina, quando siete lì a fare colazione e avete mille impegni oppure una giornata tutta per voi, non avete la sensazione che sia un nuovo inizio, che qualcosa potrebbe cambiare? Io sì.

E poi c’è settembre. Tutti a dieta per la prova costume ma, si sa, in vacanza si mangia sempre un po’ di più con la scusa che “siamo in ferie”, fuori dal tempo e dalla vita quotidiana. Così, non tanto la prova costume prima dell’estate ma il mese di settembre diventa quello della dieta, e non solo per raggiungere la giusta forma ma anche per riprendere un sano stile di vita quando si torna a lavoro. 

E poi c’è il primo dell’anno, che ci porta una carrellata di nuovi e buoni propositi! Ma quanti poi ne manterremo durante il corso dell’anno? I nuovi inizi sono sempre lì, però siamo noi che dobbiamo dare loro il giusto seguito. 

Ed eccomi qua, di mattina, con la mia tazzina di caffè, sulla vetta di un’immaginaria montagna dalla quale guardo l’anno che si sta già svolgendo minuto per minuto… E penso che alcune cose dovrebbero cambiare…

Allora, quali sono i vostri buoni propositi per l’anno nuovo? Non me lo dite: molti sono quelli dell’anno passato e degli anni ancora precedenti… 

Vediamone qualcuno dei più gettonati:

– segnarsi in palestra o in piscina

Lo sport fa sempre bene!

– andare a camminare o a correre

Quanti di voi vorrebbero farlo e non si decidono mai?

– leggere di più

Questa ce l’ho! Leggo già abbastanza. Non almeno una pagina a sera come consigliava una mia professoressa all’università però… a volte leggo il pomeriggio, a volte per niente, ma ci sono.

– mangiare più frutta e verdura

Ecco, questa è una cosa decisamente da fare.

– essere più gentile con il prossimo

Avete presente quelle giornate “no” in cui non sopportiamo niente e nessuno? Beh, come si dice, noi non sappiamo cosa stanno vivendo gli altri e quindi dovremmo avere più pazienza…

– pregare di più

Spesso sottovalutiamo il potere della preghiera ma pregare è un atto che non dovremmo mai coincide rare secondario.

– farsi rispettare

A volte la bontà e la pazienza vengono scambiate per stupidità: essere disponibili sì, farsi mettere i piedi in testa no. Non aggressivi ma risoluti.

Avete altri propositi per l’anno nuovo?

Intanto vi auguro un felice anno nuovo e un felice inizio di giornata! E se qualcuno dei vostri buoni propositi dovesse perdersi nei prossimi mesi, avrete come ciambella di salvataggio il primo settembre per riprendere in mano la situazione!

Un abbraccio!

Alberi di Natale

 Ecco alcuni alberi di Natale che ho fotografato in questi giorni e l’anno passato. Gli alberi di Natale si trovano nei supermercati, nei bar, nei negozi, nelle piazze, per le strade e soprattutto nelle case. In ogni casa o comunque nella maggior parte delle abitazioni ce n’è uno e ognuno rappresenta il gusto di quella famiglia, con palline vecchie e nuove, di plastica o di vetro, e luci di vari colori. Gli alberi di Natale ci ricordano che c’è un giorno speciale da festeggiare, un giorno che ha cambiato la vita di tutti.