È arrivato il primo libro del 2017! Ringrazio di cuore ABEditore per avermi inviato questo piccolo tesoro: “Racconti di diavoli e una favola – Markheim e Il diavolo della bottiglia” (2015) di Robert Louis Stevenson!
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Felice anno nuovo!
Cioccolata calda
Stelle di agrumi
Ho trovato un modo per decorare in maniera originale l’albero di Natale! Tutto parte da un mandarino. Sono certa che ne state mangiando anche voi in questo periodo dell’anno. La procedura è semplice.
Prendete un mandarino e tagliate con delicatezza la scorza a metà, dividendola in due semisfere. Poi, con molta attenzione, separate le due metà l’una dall’altra e dagli spicchi centrali. A questo punto, prendete uno stampino piccolo per i biscotti a forma di stella. Premete lo stampino sulla semisfera ottenuta fino a tagliarne i contorni e dividete la stella di mandarino dalla sfera che avrà un buco a forma di stella. Ci siamo!
Ora non resta che togliere la parte bianca dalla stella ottenuta con un coltello. Più complicato è elimare la parte bianca dalla semisfera: per non rischiare di spaccare la buccia io l’ho lasciata. Se volete provare comunque a toglierla, vi consiglio di scalfirla con la punta arrotondata di un coltello. Fate seccare lasciando riposare qualche giorno. Le stelline vanno lasciate su un tovagliolo di carta con un oggetto che le mantenga piatte almeno per una notte, altrimenti si arricceranno e perderanno la forma della stella. Attenti a farle “respirare” ogni tanto e a non farle ammuffire. Devono seccare il prima possibile. Le mezze sfere vuote invece possono essere lasciate a seccare appoggiando la base circolare oppure mettendo la decorazione su una pallina natalizia a misura, in modo che seccando prenda la forma rotonda. Una volta secche, non resta che fare un forellino alle decorazioni con un ago o uno stecchino e applicare un gancetto per appenderle all’albero di Natale! Potete fare il forellino anche prima di lasciarle seccare.
Si possono utilizzare anche delle arance, che hanno la scorza più dura e resistente ma anche una parte bianca più consistente da togliere. In questo caso, ovviamente, le semisfere decorative saranno più grandi. Lo stesso procedimento è possibile con altri agrumi, come i limoni, che però tendono ad essere più ovali. Starà a voi creare due semisfere ai lati del frutto.
Per vivacizzare l’albero di Natale, potete utilizzare tanti agrumi di colori e grandezze diversi, e stampini con stelle di diverse forme e colori.
Per le stelline, praticate un forellino e inserite il gancetto. Per le semisfere con il buco a forma di stella, fate il forellino poco sopra la stella e infilate il gancetto, lasciando la parte infilata piegata sul bordo interno della semisfera; se fate il buco sul bordo della semisfera, la stella s’inclinerà troppo in basso e non sarà ben visibile.
Buon divertimento e buon Natale!
Fiere, mercatini e un pizzico di saggezza
Dicembre apre le porte a fiere e mercatini dell’artigianato con la gente che li popola e a volte si porta dietro un pizzico di saggezza e di verità. Tornata da una fiera molto frequentata soprattutto nel periodo prenatalizio, ho riportato a casa un dolce: la biscottata alle mandorle. Tra cuoricini bianchi da appendere all’albero di Natale, ghirlande, stelle di Natale e fermaporta a forma di angioletto, ho passato una fredda e allegra mattinata tra le bancarelle. E proprio davanti a una di queste ho sentito una risposta che mi ha colpita. Un uomo di colore stava dietro la sua bancarella e ha detto a un cliente: “Buon Natale!”. Alla risposta data sorridendo “Macché buon Natale, tu sei musulmano!”, l’uomo ha risposto: “È uguale, tanto Lui è uno”. Buon Natale a tutti!
…sois optimiste!
Pensieri su… “Lo Stradivari perduto”
Bella la copertina, bella la storia! Un libro assolutamente da leggere per gli amanti delle storie di fantasmi. Sto parlando di “Lo Stradivari perduto” di John Meade Falkner (1858-1932) che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Neri Pozza.
Dalla prima all’ultima pagina sono rimasta incollata a questo libro che racconta tante vite e una in particolare, quella di Sir John Maltravers. A suo figlio Edward scrive la zia Sophia, sorella di John, perché il ragazzo conosca la storia dei suoi genitori da fonte certa. A colmare le lacune della sua versione pensa Mr Gaskell, tutore del ragazzo è caro amico di John.
I genitori di Edward, infatti, sono morti in circostanze a dir poco tristi quando lui era molto piccolo. Si amavano, o almeno quando si sono conosciuti scoccò subito la scintilla dell’amore, ma poi qualcosa cambiò. Cosa? Tra loro subentrò una presenza di cui fu testimone anche Mr Gaskell. I due uomini, infatti, suonavano insieme il violino e il pianoforte e fu durante una delle loro esecuzioni, ai tempi dell’università, che questa inquietante presenza si manifestò. Da quel momento la vita di Sir John cominciò a cambiare. Tutto mutò in peggio. E, mentre la sua vita andava in frantumi e la sua salute peggiorava, andava delineandosi sempre più nitidamente un’altra figura, ambigua e inquietante, appartenente a un passato di cento anni prima. E insieme a questa scomoda presenza riaffiorava anche la storia di un’antica musica e di un violino: uno Stradivari unico al mondo.
Una storia che vi lascerà con il fiato sospeso fino all’ultima riga, svelando goccia a goccia, anche attraverso dei colpi di scena, un passato lascivo e misterioso e un presente relativo alla vita di Sir John altrettanto difficile da comprendere e forse anche da accettare. Un libro sicuramente da non lasciarsi scappare.
La terra di mezzo
Siamo la terra di mezzo. Né immuni al terremoto, né devastati. Siamo quella parte d’Italia che sente forte il terremoto, vede qualche crepa, chiude alcune case del centro storico per inagibilità ma, dopo i controlli, continua a tenere aperte le scuole oppure sposta le sedi in altri edifici. Siamo quelli che “sindaco, domani sono aperte le scuole?”, perché abbiamo paura di mandare in quelle strutture i nostri bambini e ragazzi dopo una forte scossa. Siamo la terra di mezzo. Siamo quelli circondati dai paesi che hanno subìto gravi danni dopo il terremoto, quelli che avevano amici, parenti o conoscenti nei luoghi colpiti dal sisma, quelli che nei posti devastati andavano a fare gite e pranzi con gli amici. Siamo la terra di mezzo. Siamo quelli che si sono svegliati con il terremoto a notte fonda o la mattina presto, quelli che hanno visto cadere un quadro, una cornice o un soprammobile in case ancora intatte. Siamo la terra di mezzo. Siamo quelli terrorizzati dal terremoto, che non sanno se la prossima scossa devastante arriverà da noi e sarà fatale. Quelli che tremano quando una folata di vento fa battere il vetro di una porta, quando i piccioni fuori dal balcone sbattono forte le ali, il cellulare squilla con la vibrazione o qualcuno taglia il pane facendo tremare il tavolo. E allora guardiamo se si muove il lampadario. Siamo la terra di mezzo. Quelli che “qui non c’è mai stato il terremoto forte”, ma a pensarci bene neanche in alcuni paesi rasi al suono. Siamo la terra di mezzo. Quelli che vanno a cercare su internet se nel nostro paese il sisma ha colpito duramente nei secoli passati, per la paura che si ripeta. Siamo la terra di mezzo. Siamo quelli che guardano dopo ogni scossa se ci sono crepe sui muri di casa. Quelli che ricevono telefonate e messaggi di amici e parenti dopo ogni scossa; e che chiamano amici e parenti dopo ogni scossa. Quelli che una casa e la vita di sempre ce l’hanno ancora. Quelli che inviano aiuti di ogni genere ai terremotati. Siamo la terra di mezzo. Quelli che scrivono “scossa” o “terremoto” su Facebook presi dalla paura, in una strana ricerca di appoggio e solidarietà da parte di chi ha sentito e scritto la stessa cosa. Siamo anche quelli che danno notizia del sisma devastante su radio, tv e giornali dopo aver avvertito la scossa da casa. Quelli che seguono le notizie di morte, devastazione e disperazione nella propria regione o in quelle limitrofe. Siamo quelli che pregano per loro stessi e per gli altri. Quelli che continuano con la loro normale esistenza ma con la terribile paura del terremoto. Siamo terremotati nell’anima. Siamo la terra di mezzo. Ma non dobbiamo lasciarci abbattere.
Rosa fucsia
La fine dell’estate (1992-2015)
Cari tutti, è uscito il mio romanzo breve “La fine dell’estate (1992-2015)” edito da LFA Publisher. È un libro che permette di fare un viaggio nel tempo, in una lontana estate degli Anni Novanta. E trasporterà il lettore anche nell’estate del 2015 a San Vito Lo Capo, in Sicilia.
“La fine dell’estate (1992 – 2015)” è scritto in prima persona da un’adulta che ricorda un’estate in cui era una ragazzina e assisteva alle vicende di alcuni adolescenti, tra i quali sua sorella. Si parla degli ultimi giorni di agosto di un’estate al mare e del punto di vista dei ragazzi, che vivono in un mondo che spesso è sconosciuto agli adulti. Amore, amicizia, pettegolezzi estivi e la vita invernale dietro l’angolo. Un romanzo di piacevole lettura anche per gli adulti, che ricorderanno quanto piccole cose sembrino insormontabili a quell’età. Ci sono brevi passaggi di una presente estate adulta, diametralmente opposta a quella vissuta in adolescenza. Riflessioni, digressioni, paure e speranze di una bambina di undici anni, in contrapposizione con l’io adulto della narrazione. Un diario tra ieri e oggi, che racconta di un mondo in cui le notizie fluivano senza Facebook e Twitter, senza internet e senza cellulari.
Devo ringraziare la LFA Publisher per aver creduto in me e in questo libro. È una casa editrice formata da persone meravigliose, gentilissime e con una grande professionalità. E per questo li ringrazio. Il mio sogno di pubblicare questo romanzo breve si è finalmente avverato. Lo trovate in tutti gli store on line e nei Mondadori Store.