È partito il Private Autumn Tour! C’era da aspettarselo, dopo il Private Summer Tour. Cos’è? Un modo simpatico per chiamare le presentazioni autunnali del libro “Private – Venti giornaliste nel tempo sospeso” (Funambolo Edizioni 2020). Un libro scritto da venti giornaliste del reatino a cui ho partecipato con il mio contributo dal titolo “Sepúlveda, uno di noi”.
Ognuna di noi venti si è raccontata nel periodo del lockdown per uno scopo benefico: aiutare il Telefono Rosa, al quale vengono devolute le royalties.
Driiiiin! Si torna a scuola! Tutti pronti? Ormai lo sapete, sono una giornalista ma anche un’insegnante. Settembre per me rappresenta il momento di tornare a scuola, però dall’altra parte della cattedra. Era più divertente guardare la cattedra dal lato opposto. Mi sentirò sempre più studentessa che insegnante. Primo, perché non si finisce mai di imparare; secondo, perché sono sempre dalla parte dei ragazzi e cerco di capirli, di immedesimarmi nella loro situazione. Capiamoci: essere dalla loro parte non vuol dire non fare niente in classe. “Oggi siamo stanchi, vediamo un film?” è la frase di rito per convincerti a non fare niente. Sono dalla loro parte perché voglio che capiscano quello che gli spiego e che lo imparino veramente, non a memoria; e sono sempre lì per ripetere le cose, aiutarli, ascoltare i loro problemi e prendermi i loro rimproveri quando mi dicono che nel programma ci sono troppe cose. Non esiste “non ci riesco”, esiste “ti aiuto a riuscirci”.
Lo chiamiamo Private Summer Tour. Un modo simpatico per dare un nome alle numerose presentazioni che hanno seguito l’uscita del libro “Private – Venti giornaliste nel tempo sospeso” (Funambolo Edizioni 2020). Vi ricordo che le royalties vengono devolute al Telefono Rosa. Purtroppo sono riuscita a partecipare soltanto a uno di questi intensi incontri sul territorio ma sono vicina con il cuore alle mie compagne di viaggio.
La pubblicazione del libro “Private – Venti giornaliste nel tempo sospeso” (Funambolo Edizioni) ha dato inizio a una serie di presentazioni in tutta la provincia di Rieti e non solo.
Vorrei segnalarvi la presentazione che si svolgerà il 7 agosto alle 18 a Poggio Mirteto (Rieti) in piazza Martiri della Libertà. Sarà un’occasione per ritrovarsi e sentir raccontare il libro dalle dirette interessate. E sì, ci sarò anch’io a raccontare la mia esperienza della quarantena come insegnante di lingua e letteratura. Purtroppo in quei giorni è venuto a mancare un grande scrittore, Luis Sepúlveda, che ho voluto ricordare attraverso le parole di qualcuno che lo conosceva. Non vorrei svelare troppo però…
Ricordo che i proventi delle royalties andranno al Telefono Rosa, che da anni aiuta le donne vittime di violenza. Questo libro, scritto e pubblicato da donne, vuole aiutare le donne.
Datemi un caffè e un libro e vi solleverò il mondo! …nonostante questa caldissima estate! Chi mi conosce sa che l’estate mi va proprio stretta. Amo l’inverno, la neve, il caminetto acceso, le tisane calde, le coperte di lana fatte a mano e le mille altre cose che l’inverno ci regala. È bellissimo l’autunno, preludio all’inverno, la stagione più romantica dell’anno per me, alla quale ho dedicato anche delle poesie! Se siete di curiosi di sapere perché la considero la stagione più romantica, ve lo spiego qui. La primavera mi mette allegria, con tutti quei bellissimi fiori che cominciano a spuntare qua e là. Ma l’estate… Caldo, caldo, caldo! Non so mai dove scappare! Sì, sì, l’estate, il mare, la sabbia… L’acqua troppo fredda, il sole che brucia, le scottature, la sabbia che scotta… Che vi devo dire? Non sono esattamente un’amante dell’estate. Non vedo l’ora che arrivi la fine dell’estate (espressione che dà il titolo anche a un mio romanzo breve), preludio all’autunno, che inizia a settembre, con tutti i progetti per il nuovo anno lavorativo. Ma ce la posso fare: un caffè, corto e caldo oppure americano e freddo, e un buon libro mi aiuteranno a superare l’estate. Come al solito mi rifugerò in qualche libro per superare la calura estiva. Datemi un caffè e un libro e vi solleverò il mondo!
Il tempo non cura le ferite, fa perdere la memoria. È nel linguaggio comune l’espressione “il tempo cura tutte le ferite”. Come se lasciar passare anni dopo l’accadimento di un fatto negativo, possa significare far tornare le cose a posto.
Il tempo però non cura le ferite, fa soltanto dimenticare i dettagli più brutti e più tristi di una vicenda o di un periodo della vita. Dopo tanto tempo si tende a dimenticare. Inoltre, dato che una certa situazione non si vive più da tanto tempo, non ci si ricorda esattamente com’era provarla. Dopo tanto tempo, sembra quasi che quel fatto sia accaduto a qualcun altro. E allora si è più propensi a perdonare.
Ma il vero perdono, secondo me, non è quello che avviene dopo che è trascorso tanto tempo ma quello che, se avviene, arriva subito dopo un fatto negativo. Il perdono deve essere concesso a caldo, quando si è ancora pienamente coscienti di quello che è successo, del male che ci è stato fatto e di quanto ne abbiamo sofferto. Perdonare dopo aver smaltito, dopo aver quasi dimenticato tutto, è come non perdonare affatto. Il perdono deve arrivare prima che il tempo cancelli il peggio dalla memoria.
Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, quello del perdono deve essere dato finché è caldo, altrimenti non avrà più lo stesso sapore.
Buona Pasqua ai medici e agli infermieri. Buona Pasqua ai gestori e ai commessi dei negozi aperti. Buona Pasqua ai farmacisti. Buona Pasqua ai giornalisti, ai fotografi, ai cameramen, ai montatori televisivi, a chi stampa i giornali. Buona Pasqua ai veterinari. Buona Pasqua ai nostri amici animali. Buona Pasqua alle suore, ai parroci, ai vescovi, a tutte quelle persone che fanno parte della Chiesa cattolica che hanno dato aiuto, e grazie a tutte le persone legate ad altre confessioni religiose che hanno dato aiuto. Buona Pasqua ai non credenti, ai laici, agli agnostici che hanno dato aiuto. Buona Pasqua ai sindaci e a tutti gli amministratori che a vari livelli affrontano con coraggio questa emergenza. Buona Pasqua agli instancabili volontari. Buona Pasqua a tutte le forze dell’ordine, alla polizia locale, ai vigili del fuoco, alla protezione civile e alla Croce Rossa. Buona Pasqua a tutte le associazioni che hanno dato aiuto. Buona Pasqua a tutti quelli che non sono rimasti sempre a casa, con l’auspicio che comprendano quanto sia importante non uscire per motivi futili, e quanto questa richiesta così semplice da mettere in pratica sia di fondamentale importanza. Buona Pasqua a tutti coloro che sono rimasti a casa. Buona Pasqua a chi si è preso l’onere di andare a fare la spesa. Buona Pasqua ai bambini, che sono la nostra speranza. Buona Pasqua agli anziani, che sono la nostra memoria. Buona Pasqua nel ricordo di chi non ce l’ha fatta. Buona Pasqua a chi lotta per farcela. Buona Pasqua a chi è guarito. Buona Pasqua a chi prega. Buona Pasqua a chi spera. Buona Pasqua a coloro che ho dimenticato di ringraziare. E buona Pasqua a tutti noi, affinché la Pasqua ci dia la forza di risorgere dalle ceneri.
La figura di Charles Dickens è legata al Natale tanto quanto quella di Hans Christian Andersen può essere associata al Capodanno.
Quest’anno in particolare per Natale ho ricevuto un libro che avevo visto precedentemente in libreria: “Charles Dickens” (Neri Pozza, 2019), una biografia del grande scrittore firmata Peter Ackroyd. L’altro libro nella foto non era destinato a me ma per coincidenza è un’altra opera di Dickens, che comunque avevo letto diversi anni fa: “La bottega dell’antiquario”. Dickens è noto anche per aver scritto il “Canto di Natale”, ormai un classico della lettura. E cosa davano in televisione nel periodo natalizio? Il film “Dickens, l’uomo che inventò il Natale” (2017), o forse dovremmo dire che inventò lo spirito natalizio.
Proprio oggi invece mi è tornato in mente l’inizio della fiaba “La piccola fiammiferaia” di Andersen, nella versione che mi leggeva mio nonno: “Era la notte di San Silvestro”. Grazie a questo racconto imparai che si trattava della notte del 31 dicembre, la notte di Capodanno. E ho visto un post virale su Facebook con il testo di questa fiaba, con tanto di disegno della piccola fiammiferaia.
Entrambe le storie, sia “La bottega dell’antiquario” che “La piccola fiammiferaia”, hanno come protagoniste due bambine che hanno accanto i nonni a prendersi cura di loro: nel primo caso il nonno, nel secondo la nonna. A raccontarle sono due grandi scrittori della letteratura mondiale. Quegli stessi autori che possono essere associati rispettivamente al Natale e al Capodanno, grazie alle opere che ci hanno regalato.