Essere fiore

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Crescere.
Crescere come una pianta.
Credere di essere fiore quando si è ancora solo due foglioline.
Credere di essere fiore quando si è solo tante piccole foglie.
Credere di essere fiore quando si è ancora bocciolo.
Credere di essere fiore quando si è fiore e non capirlo.
Credere di essere fiore e comportarsi come fanno due foglioline.
Credere di essere fiore e comportarsi come un’erbaccia.
Poi qualcuno ti guarda ed esclama: “Che bel fiore!”. Ed ecco che finalmente diventi cosciente di essere fiore ma ancora poco consapevole di te stesso.
Ma prima o poi arriva il momento in cui sai di essere fiore e ne diventi consapevole. Il momento in cui sai guardarti dal di fuori, in cui ti rendi conto che sei un fiore piantato in un vaso su un balcone o immerso in un bosco. Se non ci arrivi, non sarai mai fiore.
Quel momento in cui capisci che fiore sei.
Solo allora sei fiore.

Gaudí

Quando si laureò, il suo professore disse: “Non so se abbiamo conferito il titolo di architetto a un genio o a un matto”.

Diceva che la natura era la sua unica maestra e che a lei si ispirava per le sue opere.

Le sue visioni architettoniche sono geniali, fantastiche e di molti particolari dettagli si cerca ancora un’interpretazione.

Il Principe Ranocchio

 

Per ovvi motivi, questo post non può essere inserito nella categoria “Real life”… 🙂 Vi va di sognare insieme? 😉

Principe Azzurro sì, Principe Azzurro no. Ma partiamo dall’inizio. Un bel giorno di tanto tempo fa mi sono imbattuta in una bancarella che metteva in bella mostra una lunga serie di principi ranocchi contenuti in altrettanti barattoli di vetro. Non ho saputo resistere e poi, voglio dire, quand’è che ricapita una fortuna del genere? C’era soltanto da scegliere un aspirante principe! 😉 E così ho portato via con me quello che mi piaceva di più: un bel colorito verde, simpatico sorriso, coroncina luccicante. 🙂 L’unico problema è stato che baciare questo verde animaletto non è servito assolutamente a nulla! Già. Una vera sfortuna. Il principe ranocchio che avevo scelto era forse difettoso? Per fortuna non mi sono trasformata in una rana io! 🙂 O forse c’era un errore nella modalità di utilizzo del ranocchio?
Così, in cerca di una soluzione, ho guardato meglio il barattolo di vetro: c’era scritto senza ombra di dubbio “Principe Incantato”. Fino a qui tutto bene: un principe ranocchio non è altro che un principe incantato. “Modo d’uso: baciare”. E anche qui c’eravamo. Il principe in questione non ha scadenza, quindi non avevo aquistato un prodotto andato a male e non più utilizzabile. Insomma: dov’era il problema? Io non sono una principessa, insomma non ho il cosiddetto “sangue blu”. La cosa però può essere facilmente risolvibile, considerato che tutte le donne sono principesse nell’animo.
La soluzione al mio apparentemente irrisolvibile problema è arrivata molto tempo dopo, leggendo una delle meravigliose favole dei fratelli Grimm. Quando raccontano la storia del Principe Ranocchio, questo simpatico animaletto non viene baciato dalla principessa… Già: l’errore era nelle istruzioni sul barattolo! La principessa, in realtà, il ranocchio lo sbatte al muro! E poi, sbigottita, vede rialzarsi un principe un po’ ammaccato che la ringrazia! Forse la strega che aveva incantato i ranocchi della bancarella, aveva anche dato errate istruzioni ai venditori, in modo che gli animaletti non si ritrasformassero mai… Una strega cattiva è sempre una strega cattiva, non c’è niente da fare! 😉
E qui arriva il terribile dilemma che mi attanaglia da un po’… Non riuscendo a trovare un principe (ma neanche un conte, un barone, un idraulico, un avvocato o chiunque altro) ho ripreso seriamente in considerazione il vecchio barattolo con il principe ranocchio che mi ha tenuto compagnia per anni e anni da caro amico. Come si dice: a mali estremi… 😉 E adesso la domanda è: dovrei sbattere al muro il simpatico rospetto che mi sorride dall’interno del barattolo di vetro? Magari si trasformerà in un principe! Se poi non dovesse accadere neanche stavolta, mi ritroverei semplicemente con un simpatico ranocchio un po’ intontito… 😛
Ma se funzionasse? Se quel ranocchio con la sua coroncina d’oro si trasformasse in un principe azzurro in carne e ossa? Insomma, che cosa farei allora? Dovrei accettare senza batter ciglio l’amore incondizionato e la finta perfezione di un principe azzurro che non mi conosce veramente ma da subito mi amerebbe a priori? Forse la soluzione è semplice. Se è vero che ogni donna è una principessa, è anche vero che nella vita reale non si innamora quasi mai di un perfetto principe azzurro. Forse la scelta migliore è quella di aspettare e tenermi il mio simpatico amico ranocchio così com’è (anche perché sembra piuttosto a suo agio nella sua condizione di anfibio). Forse la cosa da fare è aspettare un uomo, non un perfetto futuro re che si fermi alla prima principessa nella quale s’imbatte. Forse vale la pena aspettare qualcuno che voglia conoscere la propria “principessa” per innamorarsene, accettandone pregi e difetti. Qualcuno che a volte sbagli in buona fede e sappia chiedere sinceramente scusa.
Nel film Disney “Come d’incanto” di Kevin Lima (2007) è proprio questo che succede: la protagonista, Giselle, sceglie un uomo reale, pregi e difetti, dopo aver capito quanto sia importante conoscersi per innamorarsi. Non essere solo invaghiti o infatuati: innamorarsi, che è ben diverso. Aveva anche provato a chiedere al suo principe, il Principe Edward, a lei destinato, un appuntamento ma lui non sapeva cosa fosse, né capiva a cosa potesse servire. Principe + principessa = matrimonio: questa nelle favole è l’unica operazione da fare. Lei, però, nel mondo reale aveva imparato cosa volesse dire innamorarsi dopo aver conosciuto Robert e alla fine ha rifiutato il principe perfetto, cioè innamorato a priori della prima principessa che gli era capitata. Per contro Nancy, la fidanza di Robert l’uomo reale, alla quale nella vita di tutti i giorni mancava del tutto il romanticismo, si è buttata a pesce nel mondo delle favole insieme al Principe Edward. La scarpetta di Giselle stava bene anche alla ormai ex fidanzata di Robert, quindi per il Principe Edward una futura sposa valeva l’altra. Scelte. E questa seconda scelta è la via delle favole, quella in cui l’amore si dà per scontato dopo il primo sguardo.
Forse invece vale la pena seguire l’esempio di Giselle e Robert: non accettare la finta perfezione di una favola ma aspettare l’imperfetta realtà dell’amore. 🙂