Migranti e neri

 Continuo a seguire i corsi di giornalismo e nell’ultimo a cui ho partecipato si parlava dell’immigrazione, con riferimento all’operazione “Mare Nostrum” e molto altro. Non vi tedierò raccontandovi le mie ore di corso, seppure interessanti.

Una cosa mi è rimasta particolarmente impressa: si diceva di cambiare il termine “immigrati” con “migranti” e il termine “clandestini” con “irregolari”. Mi ha ricordato quando, anni fa, a noi bambini si diceva di non dire “negro” ma “nero” o “di colore”. E nel termine c’era racchiusa la volontà di cambiare un tipo di cultura: in fondo una parola vale l’altra, il significato è lo stesso, ma era il nostro modo di percepire le cose che si voleva cambiare. Sostituendo il termine, che suonava in qualche modo dispregiativo, con un altro di uguale significato ma privo di quel qualcosa di negativo che aleggiava nell’altro, si cercava di cambiare una società, ovviamente in meglio. La stessa cosa accade oggi.

Era solo una riflessione.

GdL – Isabella Camera d’Afflitto consiglia quattro libri

 

Il tema è ancora l’Islam e i consigli per il prossimo libro da leggere (gentilmente stampati dal solito componente del gruppo che ogni tanto offre graditi omaggi) vengono direttamente da Isabella Camera d’Afflitto, curatrice del precedente volume letto per il gruppo di lettura (“Ritorno a Haifa • Umm Saad – Due storie palestinesi”, Edizioni Lavoro).

  

Penso che opterò per il libro numero quattro…

Appunti sul giornalismo in Europa

Il relatore l’ha definita una chiacchierata informale, così ci ha sconsigliato di farci un articolo e io mi sono risparmiata di fare foto. Però, qualche appunto l’ho preso e, informalmente, vi lascio di seguito qualche spunto di riflessione.

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  • Bruxelles, sede della Commissione Europea, è la capitale col maggior numero di giornalisti accreditati, buona parte tedeschi (circa 120 su 1000), vista la grande importanza dei giornali regionali dei Länder; Mediaset non ha un corrispondente fisso;
  • C’è stata una perdita netta dei corrispondenti classici, una riduzione dell’organico ma non del flusso d’informazione, perché i nuovi media hanno sopperito; ci sono conferenze in web streaming;
  • Ci sono free lance con una clientela esclusivamente on line; alcuni blog acquisiscono un’importanza notevole;
  • Hanno una specializzazione diversa;
  • Lo scoop del giorno dopo non esiste più, il web chiede tutto subito, non hai la mezza giornata in più per scrivere;
  • I tempi di analisi si riducono, c’è una banalizzazione della notizia; la notizia web: titolo e qualche dettaglio;
  • L’onda anomala sta arrivando: in un paio d’anni avremo un giornalista europeo on line con clienti diversi;
  • In Italia c’è un’ottica nazionale ombelicale: viene fatta a fette la storia per parlare solo dell’angolo italiano; l’Europa serve solo nella maniera in cui viene italianizzata;
  • Si sa dell’Europa quando c’è uno scontro, non quando c’è una proposta;
  • Con i nuovi media nasce il problema deontologico: ognuno diventa attore con blog, Facebook e Twitter ed è quasi impossibile regolamentare; sarà necessario rivedere vincoli, criteri e responsabilità;
  • Il blog di un giornalista rientra in una zona grigia;
  • I social media sono usati da giornalisti e politici; spesso i social bypassano le agenzie di stampa, che a questo punto chiedono i dettagli che ad esempio su Twitter non possono andare;
  • Twitter ha un impatto di stile simile a quello delle agenzie di stampa;
  • Il medium, il canale si trasforma in proprietario del messaggio istituzionale nelle mani di un privato come Twitter, è questo lo tsunami, e ha una pubblicizzazione enorme, con migliaia di followers;
  • Si riconosce così l’orientamento pubblico su un dato tema, magari sulle elezioni in corso;
  • All’ufficio che si occupa di comunicazione a Bruxelles ci sono poche persone, a fronte di un migliaio di giornalisti;
  • La comunicazione sta subendo cambiamenti non sempre prevedibili; dovremmo immaginare il nostro futuro nella comunicazione con mezzi informatici superiori a quelli odierni;
  • Qual è l’accesso alla comunicazione consentito? Qual è quello non consentito?
  • L’Unione Europea comunica male, perché per sua natura è un’istituzione che ha acquisito natura politica nel tempo: era una stanza con sei ministri che cercavano di comporre le esigenze nazionali, andati incontro a complessità esponenziali, si è ingigantita in un brevissimo periodo di tempo;
  • Per problemi comuni, devono trovare soluzioni accettabili da tutti; le tematiche hanno un’ottica che non permette di analizzare solo l’angolo nazionale;
  • Può diventare più vicina ai cittadini ma c’è una barriera linguistica e una barriera video;
  • I tabloid britannici sono il nemico numero uno dell’Unione Europea;
  • I media scandinavi o tedeschi hanno un’attenzione capillare, il punto di vista è “l’Europa siamo”;
  • L’approccio dell’Italia è “l’Europa è”; ce ne occupiamo se fa qualcosa che non ci piace o può essere utile;
  • Crozza: “L’Europa ci obbliga”;
  • Serve uno sforzo maggiore per formare giornalisti a livello europeo; non posso scrivere di Europa se non so.

Scrittura liquida



Come sapete, sto scrivendo un saggio sull’importanza della scrittura liquida. È un argomento che mi sta particolarmente a cuore e sul quale recentemente ho potuto intervistare per la Radio Vaticana Claudio Garibaldi, grafologo e collaboratore dell’Istituto grafologico internazionale “Moretti” di Urbino, che si sta occupando di una campagna per tutelare la scrittura a mano.
Ho ricevuto su questo sito un commento al post “Saggio sulla scrittura a mano” firmato Daniela Mennichelli, e credo di non sbagliare riconoscendola come consulente grafologa anche lei collaboratrice dell’Istituto “Moretti”. Di seguito, riporto parte del commento: 

“Complimenti! Scrivere a mano è un diritto umano inviolabile, una competenza artigianale che fa di noi quello che siamo in primis, ESSERI UMANI. Grazie per tenere accesi i riflettori su questo tema fondamentale, la battaglia delle battaglie combattuta a suon di carta, penna e mano, materiali poveri e semplici che danzando insieme tengono svegli i nostri cuori, le nostri menti, le nostre coscienze e i nostri corpi”.

Inutile dirlo, è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Sto finendo di lavorare al mio saggio sulla scrittura liquida. Intanto sto seguendo la campagna che tutela la scrittura a mano. Vi terrò aggiornati!