Un caffè e un libro

Datemi un caffè e un libro e vi solleverò il mondo! …nonostante questa caldissima estate!
Chi mi conosce sa che l’estate mi va proprio stretta. Amo l’inverno, la neve, il caminetto acceso, le tisane calde, le coperte di lana fatte a mano e le mille altre cose che l’inverno ci regala.
È bellissimo l’autunno, preludio all’inverno, la stagione più romantica dell’anno per me, alla quale ho dedicato anche delle poesie! Se siete di curiosi di sapere perché la considero la stagione più romantica, ve lo spiego qui.
La primavera mi mette allegria, con tutti quei bellissimi fiori che cominciano a spuntare qua e là.
Ma l’estate… Caldo, caldo, caldo! Non so mai dove scappare! Sì, sì, l’estate, il mare, la sabbia… L’acqua troppo fredda, il sole che brucia, le scottature, la sabbia che scotta… Che vi devo dire? Non sono esattamente un’amante dell’estate. Non vedo l’ora che arrivi la fine dell’estate (espressione che dà il titolo anche a un mio romanzo breve), preludio all’autunno, che inizia a settembre, con tutti i progetti per il nuovo anno lavorativo.
Ma ce la posso fare: un caffè, corto e caldo oppure americano e freddo, e un buon libro mi aiuteranno a superare l’estate. Come al solito mi rifugerò in qualche libro per superare la calura estiva. Datemi un caffè e un libro e vi solleverò il mondo!

Pensieri su… “Antropologia della cultura materiale”


Non sapevo cosa aspettarmi da un libro di antropologia della cultura materiale ma sono rimasta piacevolmente sorpresa. “Antropologia della cultura materiale” di Fabio Dei e Pietro Meloni (Carocci Editore – Studi Superiori, 2020) è una lettura che cambia il modo di vedere il consumo, intendo proprio il semplice andare a fare la spesa.

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Private – Venti giornaliste nel tempo sospeso

Eccolo! Uscirà il 22 giugno 2020 questo libro corale scritto da venti giornaliste della provincia di Rieti, tra le quali ci sono anch’io. Il libro è edito da Funambolo Edizioni nella collana Reate e la prefazione è di Barbara Palombelli.

L’introduzione è di Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente del Telefono Rosa. I proventi delle royalties andranno infatti a questa associazione, che da anni fornisce aiuto e supporto alle donne vittime di violenza.

Eccoci tutte nella copertina realizzata da Federico Battisti: Fabiana Battisti, Tania Belli, Paola Corradini, Paola Rita Nives Cuzzocrea, Raffaella Di Claudio, Eliana Di Lorenzo, Francesca Dominici, Ilaria Faraone, Alessandra Lancia, Daniela Melone, Chiara Pallocci, Sara Pandolfi, Alessandra Pasqualotto, Maria Luisa Polidori, Monica Puliti, Catiuscia Rosati, Francesca Sammarco, Stefania Santoprete, Elisa Sartarelli e
Sabrina Vecchi.

Il libro sarà disponibile da lunedì 22 giugno nelle migliori librerie d’Italia, negli store online e nell’e-commerce del sito della casa editrice www.funamboloedizioni.com.
Per informazioni: www.funamboloedizioni.com
ufficiostampa@funamboloedizioni.com.

Il tempo fa perdere la memoria

Il tempo non cura le ferite, fa perdere la memoria. È nel linguaggio comune l’espressione “il tempo cura tutte le ferite”. Come se lasciar passare anni dopo l’accadimento di un fatto negativo, possa significare far tornare le cose a posto.

Il tempo però non cura le ferite, fa soltanto dimenticare i dettagli più brutti e più tristi di una vicenda o di un periodo della vita. Dopo tanto tempo si tende a dimenticare. Inoltre, dato che una certa situazione non si vive più da tanto tempo, non ci si ricorda esattamente com’era provarla. Dopo tanto tempo, sembra quasi che quel fatto sia accaduto a qualcun altro. E allora si è più propensi a perdonare.

Ma il vero perdono, secondo me, non è quello che avviene dopo che è trascorso tanto tempo ma quello che, se avviene, arriva subito dopo un fatto negativo. Il perdono deve essere concesso a caldo, quando si è ancora pienamente coscienti di quello che è successo, del male che ci è stato fatto e di quanto ne abbiamo sofferto. Perdonare dopo aver smaltito, dopo aver quasi dimenticato tutto, è come non perdonare affatto. Il perdono deve arrivare prima che il tempo cancelli il peggio dalla memoria.

Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, quello del perdono deve essere dato finché è caldo, altrimenti non avrà più lo stesso sapore.

Ma come fanno i duemila?

No, davvero, ma come fanno i duemila? Come fanno a prendere appunti al portatile e a studiare guardando uno schermo?

Partiamo dal fatto che scrivere a mano aiuta a ricordare meglio. Inoltre, almeno nel mio caso, sono più veloce a scrivere a mano che al computer.

Aggiungiamoci poi il problema della carica: il laptop va caricato prima o comunque è sempre prudente portarsi dietro anche il caricabatteria. Mentre carta e penna sono sempre pronte all’uso!

Ma il vero problema è: come fanno a studiare al computer? Sì, è possibile sottolineare ed evidenziare, ma vuoi mettere con la possibilità di usare un evidenziatore? Di scrivere note a margine a matita?

Avere un astuccio pieno di penne e matite colorate, evidenziatori dai colori vivaci o dalle tinte pastello, e gomme per cancellare e temperini dalle forme simpatiche non ha prezzo. Almeno per me.

Buona Pasqua a…

Buona Pasqua ai medici e agli infermieri. Buona Pasqua ai gestori e ai commessi dei negozi aperti. Buona Pasqua ai farmacisti. Buona Pasqua ai giornalisti, ai fotografi, ai cameramen, ai montatori televisivi, a chi stampa i giornali. Buona Pasqua ai veterinari. Buona Pasqua ai nostri amici animali. Buona Pasqua alle suore, ai parroci, ai vescovi, a tutte quelle persone che fanno parte della Chiesa cattolica che hanno dato aiuto, e grazie a tutte le persone legate ad altre confessioni religiose che hanno dato aiuto. Buona Pasqua ai non credenti, ai laici, agli agnostici che hanno dato aiuto. Buona Pasqua ai sindaci e a tutti gli amministratori che a vari livelli affrontano con coraggio questa emergenza. Buona Pasqua agli instancabili volontari. Buona Pasqua a tutte le forze dell’ordine, alla polizia locale, ai vigili del fuoco, alla protezione civile e alla Croce Rossa. Buona Pasqua a tutte le associazioni che hanno dato aiuto. Buona Pasqua a tutti quelli che non sono rimasti sempre a casa, con l’auspicio che comprendano quanto sia importante non uscire per motivi futili, e quanto questa richiesta così semplice da mettere in pratica sia di fondamentale importanza. Buona Pasqua a tutti coloro che sono rimasti a casa. Buona Pasqua a chi si è preso l’onere di andare a fare la spesa. Buona Pasqua ai bambini, che sono la nostra speranza. Buona Pasqua agli anziani, che sono la nostra memoria. Buona Pasqua nel ricordo di chi non ce l’ha fatta. Buona Pasqua a chi lotta per farcela. Buona Pasqua a chi è guarito. Buona Pasqua a chi prega. Buona Pasqua a chi spera. Buona Pasqua a coloro che ho dimenticato di ringraziare. E buona Pasqua a tutti noi, affinché la Pasqua ci dia la forza di risorgere dalle ceneri.